Centinaia di bimbi nati negli Usa dal padre "sbagliato"
Fare un test del Dna comprato per posta per ricostruire il proprio albero genealogico "genetico" e scoprire invece che si è figli del medico che ha praticato la fecondazione eterologa grazie alla quale si è nati: è una scena sempre più frequente negli Stati Uniti, dove sono centinaia i casi emersi recentemente tanto che, come racconta il New York Times, diversi Stati hanno introdotto un reato specifico.
L’inchiesta ha raccolto diversi casi di persone nate tra gli anni ‘70 e ‘80. Jody Madeira, racconta ad esempio il quotidiano, una docente di legge dell’università dell’Indiana, sta seguendo oltre 20 casi in tutti gli Usa e all’estero, avvenuti in dozzine di stati Usa e in Inghilterra, Sud Africa e Olanda, dove uno specialista, Jan Karbaat, ha fatto nascere con i propri spermatozoi almeno 56 bambini.
Nell’Ontario in giugno un medico è stato radiato dall’Ordine dopo la scoperta che era diventato padre di 11 bambini all’insaputa delle mamme, che avevano scelto il donatore da un catalogo.
Il medico si è difeso affermando di aver usato il proprio liquido seminale per calibrare gli strumenti, ma la teoria è stata ritenuta difficile da credere.
«La scelta dei donatori è nel centro del mirino e in continua evoluzione per garantire la salute dell’embrione, per prevenire la consanguineità e per tutelare l’anonimato», commenta Arianna Pacchiarotti, responsabile dell Procreazione medicalmente assistita dell’ospedale San Filippo Neri della Asl Roma 1, l’unico centro pubblico che pratica l’eterologa nel Centro-Sud.
«Le banche dei donatori - prosegue l’esperta - esistono solo dalla fine degli anni ‘80, mentre la pratica della fecondazione assistita è più "antica". Nel mondo i casi di medici che hanno utilizzato il proprio seme per la fecondazione assistita di donne con mariti sterili erano molti prima dell’istituzione delle banche e le cronache ci dicono che in qualche caso è successo anche dopo. La possibilità che anche oggi possa verificarsi in Italia o al mondo una situazione simile è legata esclusivamente all’imponderabile della mente umana».
Alla base dell’emergere dei casi c’è l’uso sempre più esteso di test genetici ‘fai da tè, che vengono fatti per determinare il rischio di alcune malattie o anche solo per conoscere l’etnia dei propri antenati. In Indiana ad esempio si è scoperto che un medico, Donald Cline, ha usato il proprio seme per far nascere 61 bambini. Dopo averlo condannato, lo Stato ha varato una legge che punisce la pratica e che permette di fare la denuncia cinque anni dopo aver scoperto il fatto. Lo stesso hanno fatto California e Texas, dove la pratica è ora paragonabile ad un’aggressione sessuale.
«In Italia al momento la donazione di gameti è una chimera, visto - sottolinea Pacchiarotti - il divieto di una remunerazione, recentemente sancito anche dalla Corte Europea a seguito di un caso mediatico. Di conseguenza gli istituti sono costretti ad approvvigionarsi all’estero, dove comunque vigono normative di controllo e qualità elevatissime. I donatori naturalmente non possono essere medici e biologi che lavorano nel centro di procreazione assistita».