Parrucchieri pronti a riaprire i saloni con il plexiglass

Pronti a ripartire anche subito, nel rigoroso rispetto del protocollo di sicurezza indicato dal Governo, senza aspettare il 18 maggio. Il parrucchiere romano Sergio Valente, notissimo nella capitale ha aderito ad un programma di sicurezza messo a punto da un'equipe di medici di Brescia assieme ad alcuni  imprenditori del settore. "Me lo hanno sottoposto e lo trovo perfetto. Ci indicano tutti i dettagli, dalla sanificazione di ambienti e postazioni, a come comportarci per effettuare shampi e tinture, alle distanze di sicurezza fino all'attrezzatura sanitaria che va costantemente cambiata essendo usa e getta. Ma la cosa da sottolineare è che dobbiamo capire che bisogna ricominciare con un nuovo stile di vita e con un nuovo approccio professionale. Niente sarà più come prima. Io dovrò fare il vigile nel mio salone".  E mostra le foto: aree separate per ciascuna cliente, plexigas di protezione, spazi adeguati certo per saloni grandi come il suo, un vero e proprio atelier nella prestigiosa via del Babuino.

Da 60 anni hair-stylist di modelle, dive e dame romane, già Commendatore al Merito della Repubblica italiana, titolo di cui è stato insignito dieci anni fa dal Presidente della Repubblica Italiana e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ''per una vita dedicata alla bellezza femminile'. Ma non solo. Sergio Valente cominciò la sua carriera con una copertina di Vogue Italia firmata da Helmut Newton. In seguito è stato richiesto dai più grandi stilisti, da Versace a Valentino, da Ferré a Fendi, giudicato uno dei migliori hair-stylist d'Italia. Le sue acconciature hanno valorizzato la bellezza di dive del calibro di Charlize Therone, Sharon Stone, Helen Mirren. Ma ciò che lo distingue è il suo impegno nel sociale. Da anni infatti Sergio Valente, con i suoi eventi benefici Il Natale dei 100 alberi d'autore e L'arte nell’uovo di Pasqua, sostiene importanti cause sociali. "Dobbiamo ricominciare a lavorare subito. Seguendo questi protocolli possiamo farlo. In piena sicurezza", auspica Valente, 84 anni.

La procedura integra quanto previsto dal Protocollo di Intesa del 14 marzo, aggiornato il 24 aprile. Il suo obiettivo è fornire indicazioni operative finalizzate a incrementare, negli ambienti di lavoro come i salone dei parrucchieri, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per contrastare l’epidemia di Covid-19. Le misure seguono la logica della precauzione e attuano le prescrizioni del legislatore e le indicazioni dell'autorità sanitaria. "Sappiamo bene - precisa Valente -che il rischio da Coronavirus è un rischio generico aggravato per tutte le attività non sanitarie e se l’azienda non è nelle condizioni operative, tecniche, gestionali, organizzative, dimensionali, di poter applicare per intero le indicazioni del protocollo, dovrà sospendere le attività lavorative fino al termine degli effetti del decreto. Quindi dobbiamo garantire la sicurezza alle clienti e ai dipendenti".
 

"Intanto viene consigliata un'apparecchiatura che emette ozono per sanificare l'aria nel salone, che per operazioni urto va lasciata accesa la tutta la notte e normalmente con un timer che la regola a intervalli. Per rispettare il distanziamento indicato in 4 mq a persona suggeriscono pannelli trasparenti in policarbonato o plexiglass che possono essere sanificati pulendoli con alcol. I separatori possono essere utilizzati anche tra un lavatesta e l'altro". "Per quanto riguarda i materiali sanitari ogni postazione dovrà avere gel iginizzante sapone, le clienti utilizzeranno poncho e asciugamani usa e getta e porteranno le mascherine così come i parrucchieri che adopereranno anche guanti e visiere per proteggere gli occhi. Ogni postazione va disinfettata davanti alla cliente cercando di mantenere la stessa postazione ad eccezione del momento del lavaggio. Va disinfettato anche il bordo del lavatoio prima di far sedere la cliente". "Insomma - conclude l'hair stylist -credo che con un pochino di pazienza e l'abitudine alle nuove norme igieniche potremmo ricominciare subito a lavorare, le donne hanno bisogno di noi".   

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