Gli 80 anni delle calze di nylon, la svolta trasparente
La scena madre del film «Il Laureato», in cui l’affascinante seppur matura Mrs Robinson, ovvero Anne Bancroft, seduta sul bordo del letto si sfila le calze di nylon, per sedurre il neolaureato Benjamin Braddock, interpretato da Dustin Hoffman, ha popolato i sogni erotici d’intere generazioni maschili. Le gambe perfette dell’attrice erano esaltate dal quel velo trasparente che lasciava scoprire la pelle con un gesto voluttuoso. Il debutto delle calze nei negozi è avvenuto 80 anni fa, il 15 maggio 1940.
In verità fu nel 1935 che Wallace Hume Carothers scoprì il nylon, materiale senza il quale le calze non sarebbero mai state realizzate. Il termine nylon deriva da No-Run (non si smaglia) nome dato dai ricercatori. Ma alla DuPont non erano convinti del nome. Si pensò d’invertire le vocali (Nuron) e poi di cambiare la parola in Nulon. Tuttavia, in base ad alla legge sulla protezione del marchio, non fu permesso di utilizzare questo nome, pertanto si continuò a cercare finché si approdò al termine Nylon. La ditta DuPont pubblicizzò la sua invenzione a partire dal ‘38 mettendo in luce un suo possibile utilizzo per le calze da donna. Il 24 ottobre 1939 le prime calze di nylon fecero il loro ingresso sul mercato: 4000 paia di calze di nylon prodotte per eseguire il test di prova vennero vendute in poche ore.
Dopo questa vendita di prova, il 15 maggio 1940, ebbe inizio la vendita ufficiale in tutto il Paese. Nei primi quattro giorni vennero venduti 4 milioni di paia di calze. Durante la guerra furono merce rara e le donne, per far finta di indossarle, si disegnavano la riga con la penna. Meno nota è la contemporaneità della scoperta del poliammide negli Usa, e in Germania, dove il prodotto venne chiamato Perlon. Il gruppo IG Farben, produttore del Perlon in Germania, venne smantellato dagli Alleati dopo la fine della guerra. Le calze fashioned cominciarono la loro marcia trionfale dagli States. Nel 1945 la produzione e la vendita delle calze di nylon prese un nuovo slancio: a New York in sei ore vennero vendute oltre 50mila paia. La calza di nylon diventò così un accessorio irrinunciabile per le donne, esibito in copertina da dive dalle gambe stupende come Rita Hayworth e Jane Russel .
All’inizio, le calze avevano uno spessore compreso tra i 70 e 40 denari, che si ridusse fino ad ottenere, attorno al 1950, calze con una trasparenza pari a 10 denari. Negli anni ‘50 e ‘60 il nylon ha conosciuto tassi di crescita eccezionali. Indossare le calze di nylon con la cucitura dietro la gamba diventò un simbolo dei tempi. Quando però vennero introdotte le macchine per maglieria tubolare, le calze persero “la riga”.
La calza classica, quella che si tiene su con il reggicalze cede il passo, in primis per la comodità, all’invenzione dei collant. Nel 1959 la ditta DuPont fece brevettare l’ elastane con il nome Lycra, materiale con la proprietà di allungarsi fino a quattro volte la lunghezza originaria senza perdere la forma.
Utilizzando nylon e lycra assieme è stato possibile, intorno al 1960, produrre i primi collant di nylon. Il vantaggio dei collant è rappresentato dalla scomparsa del reggicalze, fino a quel momento indispensabile. La moda della minigonna favorì il cambiamento e fino agli anni ‘70 le giarrettiere furono sostituite dai collant. E la guepiere consacrata da Sophia Loren mentre fa lo spogliarello per Marcello Mastroianni nel film di Vittorio De Sica, “Ieri, oggi e domani”, viene messa nel cassetto.
Dalla fine degli anni ‘90 ulteriori cambiamenti: tessuti sempre più resistenti rispetto al nylon e alla lycra, e nuove abitudini come quella di vestire sportivo con i calzini sotto i pantaloni. Poi c’è stato il momento della rinuncia ai collant anche d’inverno a 20 sotto zero a New York perché la moda imponeva gambe nude anche se si rischiava l’assideramento. Tendenza al momento in calo.
Il mercato sembra essersi stabilizzato con la varietà di proposte di tessuti invisibili, che imitano le gambe abbronzate con pochissimi denari di spessori, collant pesanti e coprenti: accessori pratici per tutti i giorni, mentre le calze, quelle originarie con il reggicalze hanno uno spazio di nicchia ma restano simbolo storico di femminilità.