Consumi: la rivincita del pesce fresco
Con le temperature bollenti gli italiani riscoprono il piacere di mangiare pesce, molluschi e crostacei freschi, lasciandosi alle spalle surgelati e scatolette di tonno dei tempi del lockdown. Ora con i ristoranti aperti e la voglia di vacanza torna in tavola il pescato locale, tenendo ben presente che la conservazione nel ghiaccio a 0°C non altera la composizione dei prodotti fino a 7 giorni. Lo fa sapere Fedagripesca-Confcooperative, evidenziando un trend positivo dei consumi che lascia bene sperare dopo la crisi dei mesi scorsi.
Gli acquisti, infatti, segnano un aumento medio del 30% rispetto al periodo della quarantena, con picchi del 50% nelle località marine a ridosso delle grandi città. Ma, secondo Fedagripesca, si mangia più pesce anche rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come a Chioggia dove il mercato ittico locale segna +4% rispetto al 2019. A riprova di un mercato più vivace sono i prezzi che stanno tornando sui livelli tipici del periodo estivo. In questi giorni in alcuni mercati del litorale laziale i calamari sono stati venduti a 25 euro al chilo, orate pescate a 28 euro e le vongole a 15 euro.
Tanto pesce in tavola perchè 3 italiani su 4 secondo Fedagripesca, sanno che aiuta a garantire proteine, vitamine e sali minerali indispensabili quando la colonnina di mercurio sale. Ma attenzione al saperlo conservare per non correre rischi. A questo proposito è bene mettere il prodotto appena acquistato nelle borse termiche con ghiaccio e recarsi subito a casa dove occorre eviscerarlo, lavarlo accuratamente e conservalo in frigorifero dentro un contenitore chiuso e mangiarlo entro 24 ore. Per crostacei e molluschi, che si alterano in brevissimo tempo è bene riporli nello scomparto più freddo del frigo e consumarli il giorno stesso. Pesce che può essere congelato purché sia freschissimo.