Canestrini: «Un familiare con sintomi covid attende da giorni un tampone all'Apss»
A forza di somministrare test covid a migliaia di persone asintomatiche (e forse poco contagiose), pare che l'Azienda provinciale servizi sanitari fatichi a star dietro a chi invece chiede l'esame perché presenta chiaramente sintomi seri e tipicamente correlati all'infezione da nuovo coronavirus.
La denuncia arriva, per esperienza personale, dal noto avvocato roveretano Nicola Canestrini.
«La via trentina ai tamponi? Non farli», scrive Canestrini in un lungo post su Facebook nel quale racconta la sua esperienza circa l’organizzazione della parte di testing e tracciamento dell’Azienda sanitaria, dopo che un componente della sua famiglia si trova in quarantena volontaria da domenica.
«Mi aspettavo una presa di contatto in giornata per un tampone urgente su altri 6 membri, che vanno in diverse scuole sia come alunni che come insegnanti, frequentano caserme, questure, carceri, tribunali, feste, palestre, parchi», spiega Canestrini.
«Martedì un componente della famiglia ha manifestato oltre che raffreddore, febbre. Abbiamo chiesto al medico di fare un tampone; la richiesta dovrebbe essere partita nella mattinata di martedì, mentre la sera si è aggiunta dispnea, fiacchezza.
Mercoledì il tampone è ancora non fatto, né qualcuno ci ha chiamato», prosegue l’avvocato.
«Giovedì tampone non pervenuto, con consigli al limite della legalità degli operatori che - sostiene Canestrini - sollecitavamo, tipo »andate in ospedale senza dire che avete la febbre».
Giovedì sera per l’ammalato si aggiunge mancanza di gusto.
«Tampone non pervenuto. Oggi faccio un nuovo sierologico, sempre a pagamento. Alle 10:44 ancora nessuna novità per il tampone richiesto martedì. Alle 15:30 ho prenotato a pagamento un tampone “rapido”... che però martedì non si poteva fare? A marzo la disorganizzazione poteva essere compresa, oggi no.
Tantomeno in un provincia autonoma nella quale 4/5 delle tasse rimangono sul territorio per i servizi».