Covid / Vaccini

Ue, da aprile a giugno Pfizer compenserà le forniture mancanti di AstraZeneca

Finora sono 88 milioni le dosi distribuite dall'Unione Europea, ma quasi altrettante sono state esportate: per questo la commissione vuole frenare il flusso di prodotti in uscita dal continente. Al vertice di oggi nuovo passo avanti per l'ipotesi di usare anche il vaccino russo Sputnik V

Bruxelles ha ricevuto impegni alla consegna di 360 milioni di vaccini dalle case farmaceutiche nel secondo trimestre. In particolare, Pfizer-BioNtec si è impegnata per 200 milioni di sieri, compensando i tagli annunciati di AstraZeneca che da 180 milioni ha ridotto a 70.

Moderna consegnerà 35 milioni di shot e Johnson&Johnson 55 milioni.

Lo si legge nelle diapositive che la presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha presentato oggi, in apertura del vertice dei leader dei 27 leader.

Alla fine di questa settimana saranno 88 milioni le dosi distribuite nell'Ue, 62 milioni sono già state inoculate, con 18,2 milioni di europei che hanno ricevuto le due iniezioni, pari al 4,1% del totale dei 446 milioni di abitanti. Va tuttavia ricordato che Ungheria e Slovacchia stanno già utilizzando il vaccino russo Sputnik V, ora in fase di valutazione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema).

E sono 77 milioni le dosi esportate dall'Ue dallo scorso primo dicembre,fra le quali 31 milioni consegnati in 54 Paesi nel quadro del piano Covax, che serve a dare supporto ai Paesi poveri.

Le posizioni dei diversi paesi sulla ridistribuzione delle dosi sono ancora lontane. Il nodo nella definizione della soglia per la redistribuzione.

La commissione minaccia di ricorrere alle vie legali contro AstraZeneca se non si riterrà soddisfatta dal rispetto del contratto. La Germania sosterrebbe la possibilità di verificare se lo Sputnik V può fare parte della strategia Ue.

Il vertice potrebbe decidere di "portare avanti con urgenza" il piano del covid pass, per tornare a viaggiare, quando le condizioni lo permetteranno.

Nonostante le preoccupazioni espresse da alcuni Paesi per il meccanismo di autorizzazione all'export rafforzato, dalla videoconferenza dei leader Ue emerge un'intesa generale sulla necessità che l'Ue si doti di una leva. Ma dagli stessi Stati che hanno espresso un appello alla cautela - come Belgio, Olanda, Irlanda, Danimarca e Svezia - è arrivata anche la richiesta che la commissione europea si consulti prima di varare misure contro aziende e Stati. 

"L'accelerazione della produzione, consegna e diffusione dei vaccini resta essenziale per superare la crisi. Gli sforzi a tal fine devono essere ulteriormente intensificati. Sottolineiamo l'importanza della trasparenza e dell'estensione del regime di autorizzazione all'esportazione. Riaffermiamo che le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare le scadenze contrattuali di consegna", si legge nella bozza di conclusioni della videoconferenza dei leader Ue.

"La situazione epidemiologica - prosegue il testo - resta grave, anche alla luce delle sfide poste dalle varianti. Le restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi non essenziali, devono quindi essere mantenute per il momento, mentre deve continuare a essere garantito il flusso senza ostacoli di merci e servizi all'interno del mercato unico, anche utilizzando i corridoi verdi.

Il lavoro legislativo e tecnico sui certificati digitali interoperabili Covid sulla base della proposta della Commissione Ue," per tornare a viaggiare, in futuro, quando le condizioni epidemiologiche del Covid lo permetteranno, "dovrebbe essere portato avanti con urgenza". Continua la bozza.

L'Unione europea continuerà a rafforzare la sua risposta globale alla pandemia. Il lavoro sulla creazione di un meccanismo di condivisione dei vaccini deve essere portato avanti rapidamente in modo da integrare e supportare il ruolo guida di Covax nel garantire l'accesso universale e la diffusione dei vaccini".

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