Covid, lo studio: i test rapidi fai-da-te sono più affidabili di quanto si pensasse
Un'indagine svolta in Gran Bretagna certifica un'efficacia pari all'8'% e nelle persone con sintomi rilevanti si arriva fino al 90% di accuratezza del risultato
GREEN PASS In Trentino si possono prenotare anche i test rapidi dell'Apss (a pagamento)
LONDRA. I cosiddetti lateral flow test (Lft), i test antigenici fai-da-te molto utilizzati nel Regno Unito come in altri Paesi - Italia compresa, dove si trovano ormai anche al supermercato - per aiutare il servizio sanitario a tracciare la diffusione dei contagi da covid, si stanno rivelando assai più affidabili del previsto sui risultati e utilissimi nel monitoraggio della pandemia.
Lo certificano i risultati di uno studio aggiornato realizzato da un team di ricercatori della prestigiosa University College London (Ucl).
Sulla base di una nuova formula di calcolo, gli studiosi britannici hanno riscontrato un livello di accuratezza dei risultati pari a oltre l'80% in qualunque caso di contagio da covid e di oltre il 90% nei casi di contagio con sintomi infettivi rilevanti.
Si tratta di dati che devono spingere la generalità della popolazione a fidarsi e a prendere sul serio le indicazioni di questi test, "isolandosi laddove l'esito sia positivo", ha sottolineato alla Bbc la professoressa Irene Petersen, di Ucl, coordinatrice di questa ricerca, anche se i protocolli governativi del Regno -così come in Italia - impongono comunque la successiva controprova di un test Pcr (ossia di un tampone molecolare).
Petersen ha del resto notato che lo studio conferma come circa un terzo dei contagi censiti faccia riferimento a persone asintomatiche: le quali, pur senza avere alcun disturbo, possono comunque infettare gli altri per diversi giorni.
Anche in Italia si è discusso in questi giorni, nell'ambito del confronto sull'obbligo di green pass al lavoro, sulla possibilità per i non ancora vaccinati di introdurre il test fai-da-te da eseguirsi poco prima dell'accesso nelle aziende o altri ambiti professionali.
Una proposta di questo tenore è stata formulata nei giorni scorsi dal presidente del Veneto, Luca Zaia, ma al momento il governo non ha modificato le iniziali previsioni per cui sono validi solo i test antigenici rapidi e i tamponi molecolari, entrambi nella versione con prelievo nasofaringeo (oltre ai kit di autosomministrazione sono ancora esclusi anche i pcr con campioni salivari).