L'Europa e il piano per dimezzare i fitofarmaci, l'allarme di Dorfmann e di Forza Italia
In Commissione a Bruxelles l’ipotesi che prevede un limite per ettaro, gli europarlamentari italiani insorgono: «C’è la guerra, non è il momento di fare cambiamenti»
BOLZANO. "Non convince il piano della Commissione europea per dimezzare l'uso di prodotti antiparassitari chimici entro il 2030". Lo dichiara l'europarlamentare Svp, Herbert Dorfmann, coordinatore Ppe in commissione agricoltura, insieme al coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ed al deputato Raffaele Nevi, responsabile nazionale agricoltura di Forza Italia.
"Le intenzioni dietro questa proposta sono lodevoli. La riduzione nell'impiego di prodotti antiparassitari è nell'interesse di tutti, anche degli agricoltori - osservano Dorfmann e Tajiani - È però fondamentale che siano sviluppate valide alternative, perché gli agricoltori hanno bisogno di proteggere le piante, in un modo o nell'altro. Pensiamo ad esempio alle nuove tecnologie di miglioramento genetico, capaci di sviluppare piante più resistenti. Questo elemento è purtroppo assente nella proposta della Commissione".
"Proporre una riduzione del 50 per cento senza avanzare alternative per gli agricoltori è un grave errore - proseguono i due eurodeputati - Il mero calcolo del chilogrammo per ettaro è intrinsecamente sbagliato, perché non tiene conto delle specificità dei singoli stati. Va da sé che un'agricoltura intensiva e di alto valore come quella italiana usa più antiparassitari rispetto, ad esempio, a quelle del nord Europa". Concorda Raffaele Nevi:
"In questo modo - sostiene il deputato - il target del 50 per cento penalizza la nostra produzione. Esso non ha alcuna valenza scientifica. Si tratta invece di una sterile misura populista, che non può raggiungere nessuno dei risultati che si prefigge".
Il testo della Commissione arriva mentre si acuiscono le conseguenze della guerra in Ucraina. "Questo non è il momento di presentare proposte che rischiano di ridurre ulteriormente la produzione in Europa - sostengono i tre parlamentari - La sicurezza alimentare, il fatto che l'agricoltura europea produca a pieno regime, sono oggi elementi essenziali. Non ha senso ostacolare questa dinamica con nuove leggi".