Scarlattina, i casi sono triplicati. La pediatra: forte ripresa delle malattie batteriche, non virali
Nei primi quattro mesi di quest'anno i casi segnalati sono stati 66 (ben distanti dai 1.166 del Veneto, con il record di 316 nella sola provincia di Vicenza ndr)
COVID Oms, emergenza finita: oltre 20 milioni di vittime
FOTO Covid, così è cambiato il nostro modo di vivere
TRENTO. Il momento peggiore, grazie al cambio di stagione, al clima più caldo e alla conseguente possibilità di trascorrere più tempo all'aria aperta, dovrebbe essere ormai alle spalle. Ma l'inverno - e lo sa bene chi ha figli piccoli, tra asilo, materne ed elementari - è stato difficile. Stiamo parlando dei casi di scarlattina e di faringotonsilliti da streptococco. Nel primo caso i dati sono in crescita, ma senza raggiunge il vero e proprio boom registrato in altre regioni, a partire dal Veneto.
Spiega la dottoressa Maria Grazia Zuccali, direttrice del Dipartimento di Prevenzione: «Per quanto riguarda la scarlattina la situazione in Trentino è stata ed è sotto controllo, non ci sono stati i numeri rilevati in Veneto. Nei primi quattro mesi di quest'anno i casi segnalati sono stati 66 (ben distanti dai 1.166 del Veneto, con il record di 316 nella sola provincia di Vicenza ndr). Un dato in aumento, triplicato rispetto alla ventina dell'anno scorso, ma questa crescita è legata più che altro alla fase pandemica, considerato che negli ultimi anni c'era la protezione delle vie aeree. Due settimane fa è arrivata la circolare ministeriale, ma da noi non si sono registrati casi emergenziali. Sono stati solo due gli adulti colpiti, di 32 e 48 anni. Inoltre la recente chiusura delle scuole per la Pasqua ha interrotto diffusione e trasmissione».
A confermare un inverno particolarmente intenso è la pediatra Marta Betta: «Senza dubbio, abbiamo visto e curato tantissimi bambini. C'è stata una forte ripresa delle malattie batteriche, non virali. Arrivavamo da due anni nei quali si vedeva solamente il Covid, diciamo che non eravamo più abituati, per anni non si vedeva nulla di infettivo. Fortunatamente i casi invasivi sono stati pochi. Ora siamo nella fase di calo, ma i genitori vanno comunque tranquillizzati: noi pediatri sappiamo come affrontare queste infezioni da steptococco e, anzi, siamo stati sul pezzo creando delle linee guida apposite e acquistando per tempo i tamponi (non nasali come quelli per il Covid e che danno una risposta in cinque minuti), visto che a livello nazionale non se ne trovano più. Se la diagnostica è piuttosto semplice, lo è anche il trattamento: antibiotico e nel giro di due giorni i bambini stanno già meglio. È importante sottolineare che la terapia va fatta per 10 giorni e non interrotta prima perché il bimbo si è ripreso. Il ritorno "in società" può avvenire prima, dopo 4 dosi, non essendo più contagioso per amici e compagni».
La dottoressa Betta sottolinea come solo una minima parte dei bambini che hanno avuto lo steptococco ha avuto la scarlattina e spiega che il vero problema è stato l'antibiotico. «Una questione mondiale, sembra legata alla produzione, ma il farmaco di prima scelta, l'Amoxicillina, scarseggiava. Ed era necessario, perché le cure con spray o pastiglie per la gola sono poco efficaci».«Ora - conclude Betta - speriamo di essere nella coda finale di queste infezioni, visto che le temperature aumentano e si sta di più all'aperto.
I consigli se emergessero sintomi? Paracetamolo per attenuare il dolore e se la febbre persiste contattare la pediatra, senza paura di attendere un paio di giorni prima di iniziare con le cure antibiotiche».