Sanità trentina al top, lo certifica il rapporto Crea 2023. Seconda a livello nazionale, al primo posto c’è il Veneto
Dall’indagine emerge un’Italia divisa in due, male le regioni del centro-sud. In prospettiva, l'obiettivo del Crea sarà verificare che con l'autonomia differenziata non si generino arretramenti regionali, evitando peggioramenti attribuibili al rischio che l'autonomia diventi più competitiva che cooperativa
TRENTO. Le Province autonome di Trento e Bolzano hanno ottenuto il miglior risultato 2023, assieme alla Regione Veneto, hanno ottenuto il miglior risultato 2023 a livello nazionale nell'ambito dell'analisi effettuata dal Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità. Il Trentino e l'Alto Adige hanno superato la soglia del 50% del risultato massimo ottenibile, ottenendo rispettivamente 55% e 52% dell'indice di performance (seconde solo al Veneto, che ha ottenuto il 59%). I risultati sono stati pubblicati nell'11/a edizione del rapporto "Le performance regionali".
La valutazione divide in due l'Italia, con circa 29 milioni di cittadini nelle prime otto Regioni che possono stare relativamente tranquilli e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti che potrebbero avere serie difficoltà nei vari aspetti delle dimensioni considerate. Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche vanno abbastanza bene, con livelli compresi tra il 47% e il 49 %. Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d'Aosta e Abruzzo raggiungono livelli di performance abbastanza omogenei, compresi nel range 37-43%, mentre Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, hanno livelli inferiori al 32%.
L'analisi è effettuata su sei dimensioni (equità, esiti, appropriatezza, innovazione, economico-finanziaria, sociale), a loro volta suddivise ciascuna in tre indicatori. Le tre dimensioni appropriatezza, equità e sociale contribuiscano per oltre il 60% alla performance; segue la dimensione esiti, le dimensioni economico-finanziaria e innovazione.
In prospettiva, l'obiettivo del Crea sarà verificare che con l'autonomia differenziata non si generino arretramenti regionali (almeno rispetto ai Lea, ma anche rispetto alla performance complessiva), evitando peggioramenti attribuibili al rischio che l'autonomia diventi più competitiva che cooperativa.