Parla l’esperta: sintomi e cura del batterio Escherichia coli
Sul sito dell’ospedale San Raffaele di Milano c’è una scheda ad hoc molto completa
MILANO. L’Escherichia coli (E. coli) è una specie del batterio del genere Escherichia, che fa parte del microbiota intestinale dell’uomo e di altri animali a sangue caldo. La maggior parte dei ceppi di Escherichia coli sono innocui, dal momento che questo microrganismo vive da commensale nel nostro organismo, ma alcuni ceppi possono essere causa di patologie più o meno gravi, che nella maggior parte dei casi interessano l’intestino e l’apparato urinario. Ne parla la dotteressa Federica Furfaro, gastroenterologa presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele. (Materiale dal sito del San Raffaele).
Cos’è l’Escherichia coli?
L’Escherichia coli è un batterio gram-negativo (assumono un colore rosso dopo essere stati sottoposti alla colorazione di Gram, un processo chimico utilizzato per la loro classificazione), che normalmente si trova nella flora batterica del nostro intestino. È parte del microbiota ed è un batterio commensale, che sopravvive grazie all’organismo in cui vive, ma allo stesso tempo svolge una sua funzione, ad esempio, producendo vitamina K.
L’E. coli è un bacillo asporigeno, può vivere in un ambiente con o senza aria, fermenta il lattosio ed ha la caratteristica microscopica di avere estroflessioni che gli consentono di aderire alla parete dell’organo che colonizza.
I sintomi dell'infezione da Escherichia coli
I sintomi dell’infezione intestinale da Escherichia coli comprendono:
- dolore addominale;
- diarrea, anche sanguinolenta in base alla localizzazione dell’infezione e al ceppo di batterio coinvolto;
- nausea e vomito;
- febbre, solitamente nella fase iniziale di contagio.
I sintomi compaiono generalmente da 12 ore a qualche giorno dopo il contatto con il batterio ed hanno la durata di 1 settimana circa. È molto frequente che il contagio avvenga in paesi in via di sviluppo (cosiddetta “diarrea del viaggiatore”) o in tutte le situazioni in cui esistono condizioni igienico-sanitarie precarie o non ottimali.
L’infezione da E. coli può localizzarsi anche in altri organi, causando cistiti e infezioni delle vie urinarie più o meno gravi, ma anche quadri più severi e per fortuna più rari di polmoniti, meningiti e gravi quadri di setticemia.
Escherichia coli nelle urine
La trasmissione dell’Escherichia coli che causa la compromissione delle vie urinarie avviene per lo più in maniera endogena: il batterio si trova nelle feci della persona e, a causa della posizione anatomica di vicinanza dell’ano rispetto all’uretra (tipica soprattutto del sesso femminile), sfrutta le sue caratteristiche microscopiche per attaccarsi alle pareti di vescica e dell’uretra, creando cistiti, uretriti e infezioni di varia gravità, soprattutto se non trattate adeguatamente. In casi eccezionali, è possibile che il batterio porti a una sindrome emolitica uremica con gravi compromissioni per il paziente, che colpisce soprattutto i bambini e gli anziani.
Come si trasmette?
La trasmissione del batterio avviene attraverso acqua o cibo contaminato non cotto. Le temperature elevate, e quindi la cottura degli alimenti, uccidono il batterio dell’Escherichia coli. È possibile trasmetterlo anche con il contatto oro-fecale da persona a persona, in questo senso è fondamentale adottare la precauzione igienica del lavaggio frequente delle mani.
Quali esami effettuare per scoprire se si ha l’Escherichia coli?
I pazienti con diarrea persistente e di forte intensità possono effettuare una coprocoltura per determinare la presenza del batterio nell’intestino.
L’infezione alle vie urinarie causata da Escherichia coli è molto comune e se adeguatamente trattata, non pericolosa e si identifica con l’esecuzione di una urinocoltura. Un occhio di riguardo va posto alle donne in gravidanza, per le quali è richiesto mensilmente un esame delle urine. Anche in questa condizione, se il batterio viene rilevato, è importante sottoporsi ad una cura specifica antibiotica che lo elimini completamente.
Come si previene?
La prevenzione è legata sostanzialmente a norme igieniche specifiche: lavaggio delle mani e mantenimento della propria igiene personale. Per quanto riguarda l’Escherichia coli nel sistema urinario non esiste una prevenzione terapeutica, ma solo sostanze naturali in grado di aiutare le pareti dell’uretra e della vescica ad assumere caratteristiche specifiche per evitare che il batterio aderisca alle loro pareti. Si tratta di integratori a base di semi di pompelmo, mirtillo e frutti rossi, consigliati soprattutto a chi ha infezioni urinarie frequenti determinate da E. coli.
Escherichia coli nei bambini: è pericolosa?
Bambini e anziani sono le categorie più a rischio di avere complicanze legate alla diarrea causata da Escherichia coli, soprattutto per lo stato di disidratazione che si può determinare in seguito a questa condizione.
L’infezione è più frequente nei piccoli pazienti, a causa della propensione a mettere le mani in bocca con frequenza. È sempre importante che, in caso di diarrea profusa, il bambino si idrati correttamente e che venga al più presto consultato il pediatra per evitare disidratazione e conseguenze più severe a livello renale.