Picco di malattie respiratorie in Europa e in Asia, più colpiti i bambini
L'aumento anomalo dei casi riguarda polmoniti da mycoplasma pneumoniae. Periodicamente questo batterio può causare epidemie
ANTINFLUENZALE Tutto quello che c'è da sapere
TRENTO. Mentre continuano a mancare i dati sulle polmoniti non diagnosticate in Cina, si registra un picco di malattie respiratorie in Vietnam e in Francia aumentano le polmoniti nei bambini, in un mosaico di notizie che, secondo gli esperti, potrebbero non fare assolutamente parte di uno stesso scenario.
Dalla Cambogia arriva intanto la notizia di un altro caso di influenza aviaria nell'uomo, mentre in Gran Bretagna c'è stata la prima diagnosi nell'uomo di un caso dell'influenza dei suini A(H1N2).
"Non bisogna mai sovrastimare i dati: è evidente che compaiono focolai che però non configurano uno scenario di collegamento. Si tratta di episodi localizzati regionalmente. Sappiamo che si tratta di virus circolanti ed è positivo che siamo in grado di intercettare casi sporadici", dice Giovanni Maga, direttore del dipartimento di Scienze biomediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Dalla Cina non si registrano al momento aggiornamenti e Maga osserva che "l'aumento anomalo dei casi riguarda polmoniti da mycoplasma pneumoniae. Periodicamente questo batterio può causare epidemie".
Il mycoplasma è anche fra le cause delle polmoniti in Vietnam, dove dall'inizio di ottobre sono aumentati i casi di malattie respiratorie, soprattutto nei bambini, secondo la rete della Società internazionale per lo studio delle malattie infettive.
Ancora il mycoplasma è sotto accusa per l'aumento del 36% di polmoniti fra i bambini avvenuto negli ultimi giorni in Francia, dove il batterio era quasi scomparso durante la pandemia di Covid-19.
Dal 13 al 19 novembre 2023, sempre tra gli under-15, Santé Publique France ha recensito 700 chiamate a SOS Médecins e 2.150 passaggi in Pronto soccorso. Cifre record per gli ultimi dieci anni. I sintomi assomigliano a quelli dell'influenza o del Covid: febbre, spossatezza, tosse.
"Dallo scorso mese di aprile c'è un aumento della circolazione mondiale di mycoplasma pneumoniae, in particolare, in Asia, ma anche in Europa", osserva Alexandre Bleibtreu, membro della Société de pathologie infectieuse de langue française (Spilf). Anche secondo Maga, l'uscita dal lungo isolamento imposto dalla pandemia sembrerebbe l'ipotesi più accreditata: "molto probabilmente l'effetto della cessazione delle misure anti Covid favorisce la circolazione di agenti patogeni noti", rileva. "Il mycoplasma - prosegue - è un batterio particolare resistente a molti antibiotici e va tenuto sotto controllo dal punto di vista epidemiologico, ma al momento non sembra esserci un allarme".
Si affacciano intanto altri virus, con casi sporadici per i quali non è confermata la trasmissione da uomo a uomo. Il primo è quello dell'influenza aviaria: in Cambogia è stato diagnosticato in una bambina di 4 anni nella provincia di Kampot, in una zona molto popolosa e in cui sono molto diffusi gli allevamenti di pollame.
Al momento "non c'è una catena di trasmissione da uomo a uomo", dice Maga. Il secondo virus è quello dell'influenza suina A(H1N2), diagnosticato per la prima volta nel Regno Unito. "E' un virus influenzale suino a bassa patogenicità e che - osserva Maga - raramente infetta l'uomo. Il paziente britannico ha avuto sintomi lievi ed è guarito". Sappiamo, prosegue, che "i virus influenzali circolano nella popolazione animale, in particolare nei suini, non siamo in una situazione di allarme pandemico. Piuttosto, le segnalazioni indicano che la rete di sorveglianza è un paracadute per evitare emergenze più ampie: vediamo i frutti di quanto abbiamo imparato durante la pandemia".
Tra i virus in circolazione, infine, il SarsCoV2 non è certamente scomparso e in una sola settimana in Italia ha fatto aumentare i ricoveri del 32%, come indicano i dati rilevati dal 14 al 21 novembre negli ospedali sentinella della Fiaso. Un dato che riguarda soprattutto gli anziani intorno a 77 anni e in linea con l'aumento dei casi del 30% registrato dal ministero della Salute. Solo il 24% dei casi si riferisca a ricoveri Per Covid, mentre il restante 76% dei ricoveri riguarda pazienti Con Covid ovvero ricoverati per altro e risultati positivi al test.