Salute / Attese

Mancano volontari autisti delle ambulanze, servizi non urgenti sempre più a rischio (o in ritardo)

Soprattutto a Trento e Rovereto il «servizio di trasporto programmato» non è sufficiente, colpa dei rimborsi calati e dei capitolati delle associazioni di volontariato

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Ore di attesa in ospedale per essere riportati a casa o per tornare all'ospedale dove si è ricoverati dopo aver fatto una visita o un esame in un altro ospedale della rete. Sono sempre più numerose le segnalazioni che arrivano da parte di pazienti e familiari che denunciano attese estenuanti da parte dei loro cari. Ma come mai ci sono questi ritardi? Presto detto.

Il servizio di trasporto programmato (così viene chiamato quello che nel 2019 è stato separato dalle urgenze) si basa sul volontariato e sulle convenzioni che Azienda sanitaria e Provincia stipulano con le varie realtà locali. Negli anni, complici anche le novità del terzo settore e le nuove modalità di pagamento dei servizi, il numero di ore che viene garantito da queste realtà è drasticamente diminuito.

«È difficile fare un computo preciso - ammette Andrea Ventura, direttore dell'Unità operativa Trentino Emergenza dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari - in quanto il numero delle disponibilità orarie varia di giorno in giorno. Possiamo però dire che siamo passati da una media di 320 ore nel 2020 a 240 nel 2024 e siamo scesi a 210 nel 2025». Comprensibile dunque, che i tempi per i pazienti si siano drammaticamente dilatati, con comprensibile disappunto di chi deve attendere.

«Il Covid ha ridotto la disponibilità dei volontari - conferma Ventura - ma anche il modo in cui vengono rimborsate le prestazioni ha pesato e sta pesando». Se in passato, infatti, le associazioni di volontariato venivano pagate con un tot a chilometro e un tot all'ora consentendo all'associazione di reinvestire le entrate nell'attività, con il nuovo codice del terzo settore il rimborso viene fatto solo sui costi vivi.

Questo già negli anni scorsi aveva sollevato non poche polemiche e preoccupazioni. Ora, dopo tanto parlare, la nuova tariffazione è stata applicata. Per le urgenze già dallo scorso anno, per i viaggi programmati dal 1° gennaio con una proroga delle tariffe in attesa che le nuove convenzioni vengano firmate.

Tutto questo ha creato una drastica riduzione delle disponibilità da parte delle associazioni di soccorso a garantire ore per i viaggi programmati. «Per le ambulanze delle urgenze il calo non è stato significativo. Anzi, lo scorso anno siamo riusciti ad aumentare la presenza stagionale in alcune zone come Levico e Arco», sottolinea Ventura.

Diverso il discorso per i programmati in alcune zone, come Rovereto e Trento, dove la mancanza di ambulanze per i trasferimenti si fa sentire parecchio. «Va detto che qui in Trentino i Lea garantiscono trasporti a pazienti che nel resto d'Italia sono esclusi», sottolinea Ventura che spiega come, quando le disponibilità orarie non sono sufficienti per garantire le richieste o i viaggi programmati, questi devono essere rinviati oppure le persone invitate, laddove possibile, ad utilizzare i mezzi propri.

«Noi cerchiamo di garantire ai pazienti di arrivare in orario alle visite, mentre se devono attenere per il rientro questo avviene comunque in un ambiente controllato» I criteri che stabiliscono chi ha diritto al trasporto con ambulanza è stabilito da una delibera della giunta provinciale del 2021.

«Il problema è che spesso le persone chiamano il Cup per fissare una visita o un esame, ma poi contattano il 116117 per l'ambulanza solo in prossimità dell'appuntamento. Invece sarebbe importante che lo facessero con largo anticipo per facilitare la programmazione. In ogni caso la speranza è che con il rinnovo della convenzione le varie associazioni possano dare maggiore disponibilità perché questo consente anche di tenere in piedi la rete degli ospedali».

Almeno la metà dei viaggi, infatti, avviene per spostamenti da ospedale a ospedale. A ottobre la giunta, su proposta dell'assessore provinciale Mario Tonina, aveva approvato le direttive per la stipula delle convenzioni da parte dell'Apss riguardanti le attività di soccorso sanitario e trasporto sanitario programmato.

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