Playoff, Mosna: «Finalmente si gioca»

L'attesa è stata lunga. Lunghissima per l'Itas. Abituata com'era a trovarsi a giocare quasi a scavalco le fasi finali del campionato italiano e della Champions league - era stato così negli ultimi anni -, la prematura eliminazione europea di quest'ultima stagione ha cambiato le cose. Per i giocatori, la società, lo staff, il periodo di attesa dell'inizio dei playoff è stato lungo. Fatto di allenamenti, test, partite amichevoli. Ma ora il momento è arrivato. Domani sera l'esordio ai quarti di finale contro Vibo Valentia, in Calabria

di Maurilio Barozzi

L'attesa è stata lunga. Lunghissima per l'Itas. Abituata com'era a trovarsi a giocare quasi a scavalco le fasi finali del campionato italiano e della Champions league - era stato così negli ultimi anni -, la prematura eliminazione europea di quest'ultima stagione ha cambiato le cose. Per i giocatori, la società, lo staff, il periodo di attesa dell'inizio dei playoff è stato lungo. Fatto di allenamenti, test, partite amichevoli. Ma ora il momento è arrivato. Domani sera l'esordio ai quarti di finale contro Vibo Valentia, in Calabria.
 

Una squadra, la Tonno Callipo, che arriva all'appuntamento già rodata dal turno preliminare superato contro Castellana. È comunque una squadra ostica, non è vero presidente Diego Mosna?
«Non sarà una partita semplice. Senz'altro difficile e carica d'insidie, anche se non nego che la differenza di potenziale ci sia».
 

Quali sono le insidie che lei vede in questo incontro?
«Questa attesa di giocare i playoff è stata lunga e snervante. Finalmente entriamo in campo. Gli allenamenti e le amichevoli ci hanno sicuramente giovato parecchio sotto il profilo della preparazione tecnica e fisica. Ma senz'altro ci manca il ritmo gara. Lo abbiamo visto anche nelle recenti amichevoli: fatichiamo un po' ad entrare in partita».
 

Sicché sarà importantissima la partita di domani sera, che si gioca a Vibo con l'Itas già in vantaggio d'ufficio per 1-0 nella serie visto il miglior piazzamento nella stagione regolare.
«Certo. Non dico fondamentale, ma importantissima. Portarci sul 2-0 e poter giocare la terza partita domenica a Trento con questa situazione sarebbe davvero importante. Ci farebbe entrare nella fase finale del torneo con lo spirito giusto e nello stesso tempo toglierebbe ai nostri avversari alcune certezze. Inoltre a quel punto potremmo pensare di chiudere il discorso quarti già domenica, anche se non bisogna portarsi troppo avanti con i ragionamenti».
 

A proposito di domenica, che è Pasqua. Qualche giorno fa Saitta ha dichiarato ad Avvenire la delusione per non poter professare la sua fede nel giorno di Pasqua. Cosa che peraltro avviene spesso nella pallavolo. Lei che ne pensa?
«Accetterei questo discorso da un operaio che deve offrire un servizio obbligatorio anche in un giorno come la Pasqua. Ma da un pallavolista, francamente... Con tutto il rispetto per le credenze di chiunque, il mondo prosegue ad altre velocità e queste richieste sembrano piuttosto strane, considerando poi che la pallavolo rimane ferma per cinque mesi. Diciamo che ci sarebbe tutto il tempo, in quel periodo, per il proprio credo religioso con tutti i dovuti crismi. Purtroppo il calendario ha ritmi serrati e nello stilarlo dobbiamo tenere conto anche delle possibilità del pubblico di seguire le partite».
 

Con il rischio tuttavia di avere un blackout editoriale: il Lunedì dell'Angelo non escono i giornali, così come il due maggio. E anche per il Primo è prevista gara tre di finale...
«Dobbiamo coniugare moltissimi interessi, ma senz'altro facciamo di tutto anche per avere spazio sui giornali. Per quanto riguarda la finale, con lo slittamento del Campionato del Mondo abbiamo già potuto spostare una data, non escludo che potremmo spostare anche questa, Ma non è una cosa certa. Dovremo valutare».

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