Per Matteo Trentin c'è la promozione
Matteo Trentin (attualmente impegnato in Belgio in una serie di kermesse post-Tour) si tratterebbe di una promozione sul campo in uno squadrone come la Omega Pharma QuickStep. Per il ciclista trentino, dopo il trionfo di Lione e anche per un ricambio generazionale in atto, si dice stia arrivando il suo turno ai posti di comando della Omega
TRENTO - Non tutte le cose belle ed importanti che accadono nella vita, si possono misurare in termini di vil pecunia. Prendete una vittoria di tappa al Tour de France, che per un corridore è uno dei modi più belli (e faticosi) per toccare il cielo con un dito. Chi la centra mette in tasca 8 mila euro lordi, che sono una cifra dignitosa ma nulla di eccezionale. «In realtà non arrivi nemmeno a fare la mossa - puntualizza però Matteo Trentin, che a neanche 24 anni ha vissuto a Lione l'ebbrezza di aggiudicarsi una frazione della Grande Boucle -. Al vincitore non resta nulla del bottino: se lo dividono i compagni di squadra». Come si diceva, però, ci sono cose molto più importanti dei quattrini che può regalarti la vita e, nella fattispecie, un arrivo a braccia alzate al Tour. Nel caso di Matteo Trentin (attualmente impegnato in Belgio in una serie di kermesse post-Tour) si tratta di una promozione sul campo in uno squadrone come la Omega Pharma QuickStep.
Trentin, dopo il trionfo di Lione e anche per un ricambio generazionale in atto, si dice stia arrivando il suo turno ai posti di comando della Omega...
«Ho sempre sentito grande fiducia e stima da parte della squadra, fin dal primo giorno in cui sono passato professionista. Io credo di averle ripagate come meglio potevo ed ora sì, è vero, potrebbe aprirsi per me uno spiraglio importante per avere un po' di carta bianca».
Discorso riferito alla prossima stagione?
«No, no. Mi riferisco già alla parte finale di questa. La cosa mi onora e mi responabilizza molto così, dopo un periodo di riposo assoluto che mi concederò tra qualche giorno, tornerò a lavorare sodo per non fallire l'importantissima chance che mi è stata offerta».
Primo Tour: impressioni pre e post vittoria.
«Il Tour è sicuramente bello: una grande corsa, anche se la fama che la accompagna è più nella percezione che ha il pubblico da fuori. Per noi corridori le gare si somigliano un po' tutte: arrivi col bus alla partenza, gareggi, torni sul bus, albergo, doccia, cena e nanna».
Vincerci una tappa, però, non è cosa ordinaria. L'avrà sperimentato sulla sua pelle...
«Beh, sì: interviste a raffica e la gente che mi riconosceva il giorno dopo mentre scalavo il Mont Ventoux col gruppetto. Certo alla partenza dalla Corsica non immaginavo di combinare qualcosa di così grosso al Tour. Un piazzamentino magari sì e col 5° posto nella prima tappa io ero già super felice: la mia presenza al Tour era in funzione delle volate di Cavendish».
Meglio una tappa al Tour o una classica?
«Meglio una tappa al Tour, a meno che non si parli di Sanremo, Roubaix o Fiandre».
Fra le cose più belle viste quest'anno al Tour c'è stato il tributo di genuino affetto in diretta Tv dei suoi compagni di squadra dopo la vittoria di Lione.
«Per me è stato il momento più emozionante in assoluto. Anche se sei un corridore, anche se sei il compagno di squadra di chi a vinto, al Tour è pressochè impossibile avere accesso alla zona podio. Tanta però era la voglia di farmi i complimenti, che i miei compagni con la scusa di accompagnare Kwiatwosky alla vestizione della maglia bianca, appena i cancelli si sono aperti per far entrare lui, si sono buttati dentro in massa. Quando li ho visti mi si è aperto il cuore».
Evidentemente si è fatto ben volere da tutti, ad iniziare da Cavendish che sia al Giro che al Tour l'ha più volte pubblicamente elogiata e ringraziata. A proposito, ci ha diviso la stanza per tanti giorni: che ragazzo è giù dalla bici?
«Non mi piace parlare di queste cose, comunque Mark è un bravo ragazzo: umile e tranquillo, quindi non è affatto difficile andarci d'accordo».
Vi siete fatti i complimenti con Moreno Moser, terzo all'Alpe d'Huez?
«Certamente! Due trentini al Tour hanno ottenuto gli unici due podi italiani, non è poco!».
No, soprattutto se si considera che uno - Trentin - compirà 24 anni fra pochi giorni (il 2 agosto) e l'altro ne farà 23 a Natale...