Confronto Mosna - Rossi «Salviamo lo sport»
Una serata di confronto e di proposte quella organizzata martedì sera alla sala conferenze dell'InterBrennero dalla Figc di Trento del presidente Ettore Pellizzari che ha invitato i due candidati alla presidenza del Consiglio della Provincia di Trento Ugo Rossi (coalizione di centrosinistra autonomista) e Diego Mosna (Progetto Trentino) di cui uno dei due - queste le parole di Pellizzari - «Sicuramente sarà il prossimo presidente della Provincia»
Una serata di confronto e di proposte quella organizzata martedì sera alla sala conferenze dell'InterBrennero dalla Figc di Trento del presidente Ettore Pellizzari che ha invitato i due candidati alla presidenza del Consiglio della Provincia di Trento Ugo Rossi (coalizione di centrosinistra autonomista) e Diego Mosna (Progetto Trentino) di cui uno dei due - queste le parole di Pellizzari - «Sicuramente sarà il prossimo presidente della Provincia». All'incontro hanno partecipato i presidenti delle federazioni sportive trentine più importanti i quali hanno evidenziato come le problematiche più grandi siano la carenza di strutture, in particolare palestre adeguate per l'attività giovanile (De Angelis federbasket e Dalfovo per la pallavolo) ma anche una pista indoor d'atletica come ha sottolineato il presidente della Fidal trentina Malfer spiegando come Benedetti, Bonvecchio e Chesani (gli atleti di punta del movimento trentino) siano costretti ad andare fuori regione per allenarsi in inverno. Inoltre, tutti i presidenti si sono detti concordi nel dire che la legge 21 sullo sport vada cambiata radicalmente dalla Provincia, ascoltando i bisogni delle federazioni.
Partendo proprio dalle legge sullo sport, il candidato del centrosinistra autonomista Ugo Rossi ha ricordato come: «La legge sullo sport è uno strumento fondamentale ma, allo stesso tempo, è indispensabile trovare risorse economiche. La legge - spiega Rossi - è stata fatta in un periodo in cui la Provincia aveva l'unico problema di tenere basso l'avanzo di amministrazione e risultava abbastanza semplice trovare risorse economiche. Oggi siamo in un'epoca completamente diversa che ha visto ridurre di molto le risorse disponibili dopo l'accordo di Milano e in questo contesto dovrà muoversi chiunque vinca le elezioni».
Nonostante tutto, Rossi concede uno spiraglio: «L'assessorato allo sport deve dare risposte precise e le politiche provinciali devono essere orientate al valore dello sport. In Trentino - prosegue - abbiamo indici di attività sportiva più alti rispetto al resto d'Italia e c'è la possibilità di indirizzare risorse del fondo sanitario in un'ottica di promozione sportiva associandole anche all'attività scolastica completando l'offerta proposta». Più chiuso per quanto riguarda invece i grandi eventi sportivi e il problema delle infrastrutture: «Misurare meglio gli investimenti sui grandi eventi sportivi e valutare la reale incidenza sul territorio e anche sulle infrastrutture dobbiamo essere realisti perché in passato si è speso molto, ma senza una logica di sovracomunale».
Diego Mosna si affida ai numeri per illustrare il suo pensiero: «Il 26% della popolazione trentina pratica sport contro il 20% nazionale e questo ci ha portato un risparmio reale sulla sanità pubblica. I dati ci dicono che un incremento del 5% dell'attività sportiva porterebbe a un ulteriore risparmio di 3 milioni, che potrebbero essere una risorsa in più e vedo estremamente importante l'unione d'intenti tra assessorato allo Sport, alla Sanità e all'Istruzione affinché lavorino per un obiettivo comune. Per gli impianti sportivi - chiude Mosna - non posso inventarmi cifre da destinare perché, come sottolineava giustamente l'assessore Rossi, sono importi che dovranno essere ricercati in un bilancio che non ci permette di vedere con particolare ottimismo però - puntualizza Mosna - io qualche taglio lo farei, riducendo il costo della politica e della pubblica amministrazione. Lo sport è diventato un elemento di crescita troppo importante e m'impegnerò personalmente su questa tematica. Tutti noi dobbiamo impegnarci affinché i nostri giovani facciano più sport, abituandoli anche alla fatica, è ora di smettere con la politica dei diritti ma anche dei doveri e lo sport insegna questo».