Tutto facile per Belgorod, Diatec eliminata
Alla vigilia della doppia sfida contro i russi del Belgorod le speranze di passare il turno per la Diatec erano poche. Dopo gli infortuni di Sokolov e Szabò erano diventate ancora meno. Ieri, a Trento, nella gara di ritorno di una sfida che aveva visto i trentini soccombere 3-0 in trasferta, la faccenda si è fatta ancora più grigia. Già durante il riscaldamento i pochi spettatori che ieri sono venuti al PalaTrento hanno subito notato che ai due opposti Sokolov e Szabò, nella lista degli infortunati era andato ad iscriversi anche Birarelli. E così le speranza erano praticamente ridotte a zero
Alla vigilia della doppia sfida contro i russi del Belgorod le speranze di passare il turno per la Diatec erano poche. Dopo gli infortuni di Sokolov e Szabò erano diventate ancora meno. Ieri, a Trento, nella gara di ritorno di una sfida che aveva visto i trentini soccombere 3-0 in trasferta, la faccenda si è fatta ancora più grigia. Già durante il riscaldamento i pochi spettatori che ieri sono venuti al PalaTrento hanno subito notato che ai due opposti Sokolov e Szabò, nella lista degli infortunati era andato ad iscriversi anche Birarelli. E così le speranza erano praticamente ridotte a zero. Il tre a zero con cui si è conclusa anche la seconda partita (in un'ora e un quarto) hanno determinato che alla Final Four di Champions League ad Ankara ci va il Belgorod. Punto.
Coach Serniotti, che in questi giorni pare più un medico di infermeria che un allenatore di volley, deve fare ricorso a tutta la sua fantasia per riuscire a mettere in campo una squadra. E propone la sua rivoluzione: Ferreira opposto, Sintini in regia, Fedrizzi in banda. Dentro anche Burgsthaler e il sestetto è un assoluto inedito. E le cose nelle primissime battute non vanno malissimo, salvo per il ruolo di opposto. Ferreira non ne indovina una a morire e sull'8-12 un disperato Serniotti si gioca la carta di una diagonale nuova di zecca: vanno a sedersi in panchina Sintini e Ferreira, entrano in campo Suxho e Nelli. Le cose però non migliorano. Anche se Grozer e Panteleymonenko non procedono senza tentennamenti, Travica può giovarsi degli attacchi dal terzo piano di altezza del gigante Muserskiy, in grado anche di correggere alzate non perfette. E di servire con potenza ed efficacia.
Difficile pensare a un incontro di Champions tra squadre alla pari: per nemmeno un istante si ha quest'impressione. Il generoso pubblico trentino si riscalda per un muro di Solè e per i pochi attacchi che la Diatec riesce a mettere a segno. Ma anche le facce dei giocatori trentini in campo sono quelle di sette vittime sacrificali. Il 25-15 del primo set a favore dei russi ne è la naturale traduzione.
Il commovente applauso di incoraggiamento che accompagna i trentini al cambio di campo dice di un decoubertiniano «bravi lo stesso» degno di altri palcoscenici. Fedrizzi appare addirittura intimorito, Serniotti lo sostituisce con De Paola ma non cambia nulla. Basta e avanza un Belgorod a mezzo gas per aver ragione di una squadra obiettivamente di un altro livello. Sintini non riesce praticamente mai a far giocare i suoi centrali - comunque sovrastati dai centimetri di Muserskiy e Bogomolov - mentre Travica ne fa un utilizzo quasi smodato. Alle 21.22 precise De Paola batte out l'ultimo punto del secondo set e la Diatec è ufficialmente fuori dalla Champions League.
A quel punto il prosieguo del match è platonico e i russi possono anche dare spazio a Ilinykh e Zhigalov, togliendo Grozer e Tetyukhin. Il doppio cambio riequilibra un po' la situazione e la Diatec si porta avanti per 5-2. In campo Serniotti lascia De Paola al posto di Fedrizzi e mette Nelli per Ferreira. Che realizza così anche i suoi primi punti in Champions. I russi riagganciano e risorpassano in scioltezza la Diatec e poi danno spazio anche al secondo regista Bagrey, tolgono dal campo lo spauracchio Muserskiy per Khanipov e inseriscono pure Kosarev. Le seconde linee del Belgorod sono ben altra cosa rispetto alle prime ma ormai si tratta di un allenamento per entrambe le squadre. Alla Diatec non resta che raccogliere l'affetto dei suoi tifosi in una serata molto, molto difficile.