La cerimonia d'inaugurazione tra musica, J.Lo e colori

La festa è cominciata. A «nossa Copa» (la nostra Coppa), come è chiamata qui, ha fatto scoprire una parte del volto del Brasile, quella della gioia e dell'allegria, mentre le proteste e la tristezza non sono entrate (apparentemente) allo stadio del Corinthians, l'Itaquerao. Nella cerimonia d'apertura, il mondo ha visto la dimostrazione di felicità di un popolo portato alla musica, alla danza, al Carnevale perenne. Fuori dallo stadio che ha ospitato lo spettacolo, è rimasto tutto il resto, che però emergerà presto, perchè la gente in cuor suo non è contenta

La festa è cominciata. A «nossa Copa» (la nostra Coppa), come è chiamata qui, ha fatto scoprire una parte del volto del Brasile, quella della gioia e dell'allegria, mentre le proteste e la tristezza non sono entrate (apparentemente) allo stadio del Corinthians, l'Itaquerao. Nella cerimonia d'apertura, il mondo ha visto la dimostrazione di felicità di un popolo portato alla musica, alla danza, al Carnevale perenne. Fuori dallo stadio che ha ospitato lo spettacolo, è rimasto tutto il resto, che però emergerà presto, perchè la gente in cuor suo non è contenta.

 


Nello spettacolo di colori e di suoni, diviso in quattro parti, seicento figuranti hanno rappresentato i tesori naturali del Brasile, come foreste, fiumi e fiori. Abbiamo visto le piroghe degli indios, le danze più tradizionali. Poi sono state mostrate le diversità culturali e l'arte della capoeira. Non è mancato ovviamente il capitolo dedicato al grande protagonista, il gioco del calcio, con la esibizioni di sessantaquattro ragazzi del vivaio del Corinthians.
Un omaggio al dio pallone, che troneggiava al centro della scena, e alle trentadue squadre che partecipano al Mondiale. Non sono mancate le musiche tradizionali, le esibizioni delle squadre di samba. Poi è arrivato il pezzo forte, con l'esibizione di Claudia Leitte, del rapper Pitbull e soprattutto dell'attesissima Jennifer Lopez, che assieme al gruppo Olodum hanno intonato l'inno del Mondiale «We are one».
Giochi di luci, con ben 90 mila lampadine, giochi pirotecnici e musiche di Ottavio de Moraes hanno incantato la platea mondiale. C'è stato anche un tocco di italianità, nello spettacolo, perchè la direzione artistica è stata affidata a Franco Dragone, conosciuto per i suoi lavori nel Cirque du Soleil, e alla belga Daphne Cornez. Un grande show di circa venticinque minuti che ha portato nel mondo le tradizioni artistiche di questo immenso Paese. Inutile dire che il Brasile si è fermato (vacanza per tutti, strade inondate da bandiere e magliette verdeoro) per assistere a questo spettacolo che, tutto sommato, è stato un pò falso. Nelle favele e nella foresta dell'Amazzonia, l'eco della festa di San Paolo è giunta, attraverso la tv, come ovattata: i problemi di tutti i giorni sono rimasti. Prima del calcio d'inizio, insomma, c'è stata la festa di pochi. Dei ricchi, cioè.

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