Cassani punta su Matteo Trentin
«Trentin può rappresentare una buona soluzione per una volata tra una trentina di corridori - rivela Cassani a pagina 43 di Bicisport -. Con lui mi riservo di fare un discorso molto approfondito , perché posso investirci molto, ma devo sapere bene quale sarà la sua condizionea fine settembre». Ecco cosa risponde l'atleta valsuganotto
PASSO SAN PELLEGRINO - Il 28 settembre a Ponferrada, in Spagna, torna in palio la maglia iridata dei professionisti conquistata lo scorso anno dal portoghese Rui Costa a Firenze. Per l'Italia sarà il primo mondiale della gestione Cassani, dopo gli anni di vacche magre trascorsi con Paolo Bettini al volante dell'ammiraglia della Nazionale. Il nuovo Ct sull'ultimo numero di Bicisport ha iniziato a scoprire le proprie carte. La prima è un omaggio a monsieur Lapalisse: se Nibali replicherà o comunque avvicinerà la condizione che lo ha portato a conquistare il Tour de France, il leader sarà indiscutibilmente lui.
E' però la seconda carta quella che frusiando mentre viene girata, suona come musica alle orecchie degli appassionati trentini di ciclismo: Matteo Trentin, il professionista di Telve della Omega Pharma Quickstep. «Trentin può rappresentare una buona soluzione per una volata tra una trentina di corridori - rivela Cassani a pagina 43 di Bicisport -. Con lui mi riservo di fare un discorso molto approfondito , perché posso investirci molto, ma devo sapere bene quale sarà la sua condizionea fine settembre».
Parole chiare, che «sanno» inequivocabilmente di investitura a punta della Nazionale, assieme al già citato Nibali e a Giovanni Visconti, l'altro azzurro sul quale - uscito di scena Diego Ulissi per doping - Cassani potrebbe puntare per fare la corsa.
Trentin, un bell'attestato di stima quello del Ct nei suoi confronti...
«Certo e ne sono lusingato. Evidentemente l'impegno che metto nel mio lavoro e i risultati che ho ottenuto sono stati notati ed apprezzati. Non posso che ringraziare».
Ci eravamo lasciati dopo il Tour che l'ha vista trionfare a Nancy, con un po' di sacrosanta stanchezza dopo tante giornate di gara da inizio stagione. Il Mondiale allora sembrava lontano, nel calendario ma soprattutto nella sua testa. Ora però pare essere un obiettivo per il quale davvero vale la pena sacrificarsi.
«Infatti lo sto preparando a dovere. Mi sto allenando duro facendo base a Ziano di Fiemme dove sto con la mia compagna Claudia e salendo a dormire tutte le sere a passo San Pellegrino».
Quindi sta dando a Cassani le garanzie che chiede?
«Sto lavorando per una gara come il Mondiale, ma sono realista: si tratta di una corsa durissima. I numeri parlano chiaro: lo scorso anno a Firenze i metri di dislivello furono 3500; quest'anno saranno 4200».
Prima del Tour lei ha dimostrato di conoscersi molto bene e di sapersi allenare con profitto anche da solo, negli Stati Uniti, quindi avrà un'idea del suo stato di forma.
«Io mi sono sempre allenato da solo e mi sembra di star bene. Mi sembra...»
Perché questa sottolineatura?
«Perché io posso anche stare da Dio, ma conta relativamente: a me serve sapere come sto in relazione agli altri e per questo ho bisogno della gara».
Immaginiamo avrà già fissato quale sarà il suo banco di prova.
«Sì, sì. Le mie corse test saranno le due World Tour in Canada, il 12 il Gran Premio del Quebec e il 14 il Gran Premio di Montreal».
Su quelle strade si è sempre destreggiato bene, fin dalla sua mezza stagione d'esordio fra i prof. Preferenze fra le due gare?
«In effetti sono corse che mi piacciono molto. Il Quebec lo preferisco, ma Montreal presenta caratteristiche più simili al Mondiale. Lì vedremo a che punto sto con la concorrenza e potrò dare a Cassani le risposte che attende».