Oggi tutti gli Stati Uniti attendono Lindsey Vonn
Il primo assalto ha prodotto «solo» un bronzo, oggi Lindsey Vonn non vuole altro che il titolo mondiale. Ogni momento della rieducazione, ogni stilla di sudore di ciascun allenamento che ha seguito il suo duplice infortunio era speso pensando alla discesa mondiale di Vail, della sua Vail. Tornare grande per vincere la gara odierna è stata la ragione del recupero prodigioso della quasi trentunenne Lindsey, ancor più del record assoluto di vittorie in Coppa del Mondo conquistato nello straordinario mese di gennaio.
Oggi il Giorno, il D-Day per dirla all'anglosassone, è arrivato: la Vonn è la naturale e ovvia favorita numero uno per il trionfo sulla Raptor del Colorado e molto probabilmente gran parte del mondo della neve non aspetta che incoronarla definitivamente come la più grande di sempre, anche della tradizione avversa degli statunitensi sulle nevi di casa quando in palio ci sono titoli pesanti. Solo Phil Mahre è riuscito a vincere un oro in casa, ma bisogna tornare a Lake Placid '80; lo stesso Bode Miller si è fermato all'argento a Salt Lake City mentre tanto Vail '89 quanto Vail '99 si sono chiusi senza alcuna medaglia a stelle e strisce. Se non è un tabù, poco ci manca. Lindsey Vonn è pronta per sfatarlo, ma tutte le altre di certo non saranno disposte a srotolare il tappeto rosso per la passerella della reginetta americana. Anzi.
Lara Gut, altra bionda tutto pepe, ha il dente avvelenato per l'opaco superG ed è consapevole che l'odierna discesa rappresenta forse l'ultima occasione per acciuffare un titolo mondiale in una stagione che l'ha vista faticare oltremodo in gigante. Oggi la ventitreenne ticinese di Comano è considerata il nemico pubblico numero uno sul suolo statunitense, anche perché l'unico precedente su questa pista parla in suo favore, pur considerando che nel novembre 2013 la Vonn era ferma ai box. In seconda battuta, i pericoli per la Vonn potrebbero arrivare dall'esperienza di Tina Maze, la slovena che sa andare forte sempre e ovunque se in giornata, senza tralasciare la leggerezza di Anna Fenninger, trionfatrice in superG e proprio per questa pronta a presentarsi in pista senza alcuna pressione. Le altre outsider potrebbero essere Lizi Görgl (già iridata a Garmisch '11), la svedese Kajsa Kling e la svizzera Fabienne Suter.
E poi ci sono le bresciane. Una Daniela Merighetti nella miglior condizione potrebbe cullare sogni intriganti, ma lo stop dopo la frattura della mandibola di una ventina di giorni fa potrebbe costarle non poco, mentre Elena Fanchini è attesa alla riprova dopo il successo di Cortina che ha interrotto un lungo, lunghissimo digiuno. La maggiore delle sorelle camune è stata sul podio, seconda, a Santa Caterina nei Mondiali 2005. Era proprio il 6 febbraio; esattamente dieci anni dopo, potrà dare una nuova zampata?