Il 47% dei trentini desidera più figli: nascite bloccate da problemi economici e di conciliazione lavoro-famiglia
L'analisi è contenuta nell'indagine "Condizioni di vita delle famiglie trentine", realizzata nel 2023 con il coinvolgimento di 2.500 nuclei in cui vivono circa 5.700 persone, con un tasso di risposta superiore all'80%. Fugatti: “Nuove misure per rimuovere gli ostacoli”
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TRENTO. I figli? Un desiderio che per molti trentini non si avvera. Dal report Ispat emerge che il 47% dei residenti nella nostra provincia non ha figli o ne ha meno di quanti avrebbe voluto. A "frenare" la natalità sono principalmente due fattori: le difficoltà di conciliazione tra famiglia e lavoro, soprattutto per le donne (25,4%), e le preoccupazioni di carattere economico, in particolare tra gli uomini (28,5%). L'analisi è contenuta nell'indagine "Condizioni di vita delle famiglie trentine", realizzata nel 2023 con il coinvolgimento di 2.500 nuclei in cui vivono circa 5.700 persone, con un tasso di risposta superiore all'80%.
Dunque anche in Trentino, come nel resto d'Italia, c'è un divario tra il numero di figli desiderati e quelli effettivamente avuti. L'indagine mostra la fotografia di un territorio che, in termini di nascite, potrebbe dare un apporto maggiore di quello attuale per contrastare l'inverno demografico del nostro Paese. Di fronte a questi dati la politica è chiamata a dare risposte.
«Su questo divario o disallineamento tra le intenzioni riproduttive e la loro realizzazione ci deve interrogare - evidenzia il presidente della Provincia Maurizio Fugatti - È positivo il fatto che emerga un forte desiderio di avere figli, radicato nella popolazione trentina dai 18 anni in su, che però si scontra con una differenza nella realizzazione pratica. Ecco perché come comunità e come governo provinciale dobbiamo continuare a lavorare per rimuovere gli ostacoli che stanno dietro ad una piena realizzazione degli individui in fatto di progetti di vita familiare».
In Trentino il tasso di fecondità, ossia il numero medio di figli per donna in età feconda, è di 1,37 (nel 2022, in flessione rispetto a 1,65 nel 2010), dato inferiore a quello dell'Unione europea (1,46 figli per donna nel 2022), ma più elevato rispetto al Nord-est (1,29 figli per donna) e all'Italia (1,24). La popolazione trentina cresce grazie al saldo migratorio, perché il saldo naturale è negativo dal 2015.
Analizzando il desiderio di genitorialità, solo il 4,9% della popolazione trentina risponde di non desiderare nemmeno un figlio, mentre il 40,1% del totale dichiara di desiderare due figli e solo il 6% preferirebbe un unico figlio. Una quota rilevante dice di non sapere o preferisce non rispondere (22,7%).Vi è dunque un disallineamento tra i desideri e la loro realizzazione: dall'analisi di Ispat risulta che il 46,9% della popolazione adulta non realizza le proprie intenzioni in termini di genitorialità. In media, la distanza tra i figli desiderati e i figli avuti è pari a uno, con 2,25 figli desiderati contro 1,22 figli avuti. Solo il 30,4% delle persone ha un numero di figli pari a quello desiderato, mentre il 43,8% ha sotto-realizzato la propria idea di genitorialità con un numero di figli desiderati maggiore rispetto ai figli avuti. Tra chi non ha avuto figli, solo il 10,3% non ne desidera. Per le fasce più giovani della popolazione viene espresso un potenziale che potrebbe colmarsi nei prossimi anni, mentre per la popolazione più matura si parla di missing children, cioè di figli mancanti perché mai nati.
Come accennato, fra i maggiori ostacoli che frenano le nuove nascite figurano le preoccupazioni di carattere economico e le difficoltà di conciliazione tra famiglia e impiego, ma ci sono anche motivi di carattere personale e legati alla coppia. In questa classifica la precarietà del lavoro risulta al quinto posto (problema che è maggiormente sentito dagli uomini), seguita dallo scarso sostegno al reddito.
Sul tema il presidente Fugatti rassicura, ricordando le parole chiave dell'azione della giunta provinciale - competitività, casa e natalità - e la manovra di bilancio che approderà in consiglio provinciale.
«In aggiunta alle misure già a regime finalizzate al sostegno della natalità, ovvero il bonus di 5mila euro alla nascita del terzo figlio e successivi e la dote finanziaria - evidenzia Fugatti - viene prevista l'estensione dell'assegno di natalità anche ai bambini nati nel 2025, nonché la parificazione dei congedi parentali del privato con quelli del pubblico».