L'Afro Napoli United a Balotelli «Lascia i potenti e gioca con noi»
In attesa di capire se troverà squadra in Italia o Spagna (Sampdoria e Siviglia le ultime suggestioni), Mario Balotelli ha ricevuto la proposta a metà tra la provocazione e la favola natalizia dei dilettanti dell’Afro Napoli United, squadra di immigrati nata nel 2009 per dire no al razzismo. «Forse è utopistico immaginare - scrivono - che tu possa mandare a quel paese il calcio dei potenti, dei milioni e delle tv che ti usa e non ti comprende, ma vieni a giocare con chi fa il calcio per passione, anche solo per un giorno».
Ecco la lettera, pubblicata nel profilo Fb della squadra, indirizzata a Balotelli.
«Caro Mario,
siamo l'Afro-Napoli United, una squadra di calcio che milita nel campionato di prima categoria della Figc in Campania. Ti scriviamo perché siamo certi che più di una cosa ci leghi. In primo luogo, sappiamo che ami Napoli e noi, a Napoli e in provincia, ci viviamo e giochiamo a calcio ormai dal 2009. Conosciamo le tue origini africane e sappiamo che per te sono un orgoglio. Ti sembrerà strano, ma anche questo ci lega.
I nostri calciatori sono per la maggiore africani e provengono dal Senegal, dalla Costa d'Avorio, da Capo Verde, dal Gambia, ma anche da paesi sudamericani come Paraguay e Perù. Ovviamente, in squadra ci sono anche ragazzi napoletani e insieme cerchiamo di lanciare un messaggio. Quale? La diversità è un valore da preservare e non da contrastare, un'arma vincente, il nostro vero punto di forza. In un periodo come quello che stiamo vivendo, dove sempre più si parla di migrazione in termini negativi e xenofobi, gridare NO AL RAZZISMO è fondamentale. Il nostro obiettivo è farlo ogni volta che scendiamo in campo.
L'aver creato un gruppo coeso, dove culture e religioni diverse condividono la stessa maglia e gli stessi colori, è la nostra più grande vittoria, ma non ti nascondiamo che pure i risultati sportivi ci gratificano. In due anni, in pratica dal nostro debutto in Figc, abbiamo ottenuto due promozioni di categoria di fila. Quest'anno ci apprestiamo ad esordire nel campionato di Prima Categoria e sappiamo che sarà dura e non vogliamo sbilanciarci troppo. La componente napoletana ci impone di essere scaramantici!
Il nostro calcio è ben diverso dal tuo.
I nostri calciatori, per vivere, fanno gli idraulici, i muratori, i tuttofare, i camerieri e alcuni sono dovuti andar via, in Calabria, e campano raccogliendo le arance e i pomodori.
Spesso, il sabato, dopo la partita, si corre a lavoro ed è sempre più difficile districarsi tra le mille avversità. Ci sono i permessi di soggiorno, i campi inagibili, le spese, i problemi personali. Nessuno ci paga per giocare a calcio, ma affrontiamo tutto questo spinti dalla passione e dalla voglia di riscatto.
Inutile dirti che per i nostri ragazzi sei un mito, un modello da seguire e ti imitano anche nel look. In te vedono una parte di Africa che ce l'ha fatta e, seguendo il tuo esempio, sperano di potercela fare anche loro. Che ti piaccia o meno, rappresenti quella nuova Italia, multietnica e multicolore, che la politica scellerata tenta di negare, ma che inevitabilmente riteniamo sia il futuro del nostro paese.
Per tutto questo, nonostante la lontananza dei mondi a cui apparteniamo, siamo vicini. Forse è utopistico immaginare che tu possa mandare a quel paese il calcio dei potenti, dei milioni e delle tv che ti usa e non ti comprende allo stesso tempo, ma vieni a giocare con chi fa il calcio per amore e per passione, anche solo per un giorno. Noi afronapoletani saremmo felicissimi di ospitare un fratello afroitaliano.
Ci regaleresti un'altra vittoria. Ciao Mario».