Giro del Trentino in lutto Si è spento Nerino Ioppi
Lutto nel mondo dello sport trentino: è morto Nerino Ioppi, 82 anni, molto noto fra l'altro come grande protagonista dell'organizzazione del Giro del Trentino con il Gs Alto Garda. È la stessa società ciclistica a dare la triste notizia manifestando profondo cordoglio per la scomparsa dell'«anima del Giro del Trentino Melinda».
Nerino Ioppi è scomparso dopo una lunga malattia e, scrive ancora la società sportiva, «lascia un’eredità di idee e valori che vanno oltre i confini del ciclismo».
Ecco il comunicato.
«Il Gs Alto Garda, organizzatore del Giro del Trentino Melinda, annuncia con profonda tristezza la scomparsa di Nerino Ioppi, anima e motore della corsa che dal 1962 (con 39 edizioni all’attivo) ha avuto in lui un punto di riferimento dell’organizzazione. Da tempo malato, Ioppi si è spento stasera a 82 anni, nella sua Arco. Accanto a lui la moglie Lina, anche lei instancabile come lui nell’organizzazione della corsa, e i tre figli Laura, Flaviano e Claudio.
Da sempre nell’organizzazione del Giro del Trentino (poi divenuto Giro del Trentino Melinda), Nerino aveva contribuito a farlo diventare un’eccellenza grazie alla grande passione e all’amore inestinguibile per il ciclismo e per la sua terra. Nerino e Lina Ioppi erano successivamente subentrati nella gestione diretta della corsa sotto la bandiera del Gs Alto Garda. “Nerino era un uomo di poche parole e di grande sostanza: serio, gentile, sempre disponibile. Il Giro del Trentino, ma direi il ciclismo in generale, ha costruito la sua favola su persone come lui, e nel momento in cui lo perdiamo, sappiamo che nulla sarà come prima”, ha commentato Giacomo Santini, storico presidente del sodalizio arcense, visibilmente commosso.
Il lavoro di Ioppi e della moglie Lina, è stato il filo conduttore di una storia che ha preso le mosse nel 1962. Dopo due gare in linea a Trento, la prima vinta da Enzo Moser, la seconda, nel 1963, vinta da Guido De Rosso, ecco l’edizione del 1979 con la denominazione ufficiale, organizzata da patron Guido Amistadi (scomparso nel 2011). Nerino Ioppi c’era, ed aveva partecipato anno dopo anno a un processo di crescita costante, con vari cambi di data e formula, fino alla qualifica di corsa internazionale “Hors Categorie” e la collocazione ad anticipare di qualche giorno il Giro d’Italia.
Proprio questa vicinanza alla corsa rosa ha reso il Giro del Trentino il terreno ideale per tanti campioni desiderosi di mettere a punto la condizione e disponibili al confronto con gli avversari più forti. Se a questo si aggiunge la spettacolarità dei percorsi, la varietà delle salite, la bellezza degli scenari e l’elevato livello organizzativo, ecco spiegato il motivo del grande successo.
Ioppi non era solito fare differenza tra lavoro e passione. Con la sua laboriosità aveva creato e guidato la Oma (Officina Meccanica Arcense), l’azienda artigiana di famiglia che opera da oltre 50 anni nel settore metalmeccanico. E con la stessa filosofia aveva portato avanti il progetto Giro del Trentino, coordinando un gruppo di collaboratori e volontari molto apprezzato dai campioni del ciclismo. Con garbo, sensibilità, buonsenso e grande tenacia, Nerino si era conquistato la stima e il rispetto di tutti.
Pur in tempi di grandi cambiamenti, Ioppi era stato capace di portare avanti un’idea di ciclismo autentico, mantenendo inalterata la ricerca del contatto tra atleti e pubblico, la voglia di spettacolo passionale più che di numeri. Fino all’ultima rivoluzione, la fusione di quest’anno tra Giro del Trentino e Trofeo Melinda, unione di due corse di grande tradizione, che lo stesso Ioppi aveva spiegato così: “Non si tratta della somma di due partnership, ma della comunione di una identica idea di ciclismo, come espressione di passione popolare ma anche di oculatezza organizzativa. L’unica via per mettere in scena uno spettacolo autentico, ogni giorno. E per noi, proprio come in uno spettacolo, ottenere un plauso è la migliore (oltre che unica) delle ricompense”.
Nel paradiso del ciclismo Nerino incontrerà anche Marco Brentari, un altro grande innamorato delle due ruote, proprio colui che aveva creato il Trofeo Melinda. Ioppi lascia un’eredità concreta di sensibilità, competenza, capacità che diventano un tesoro inestimabile nelle mani di chi ha collaborato con lui e avrà il compito di proseguirne il lavoro. Una eredità fondata sul rispetto delle idee e di uno stile di vita che ha sempre messo in primo piano le qualità umane e i rapporti tra le persone, considerati da Ioppi elementi fondamentali di qualsiasi sogno. Sportivo e non».