L'Aquila prova a espugnare la tana della Vanoli Cremona
Abbiamo ancora negli occhi la vivida impressione di quegli spettacolari tre overtime al PalaTrento tra la Dolomiti Energia lo scorso anno debuttante nella massima serie e la Vanoli Cremona. Cesare Pancotto, uno degli allenatori con Recalcati con la maggiore serie di presenze in A, parlò in conferenza stampa del dopo partita di una «non sconfitta». Poi il team di Buscaglia espugnò il PalaRadi al ritorno con una prova convincente che stava facendo volare gli aquilotti verso il quarto posto. Ma quest'anno la situazione è diversa anche se si capisce che sarà uno scontro di notevole impatto, emotivo e adrenalinico. Quel canestro da sotto sbagliato per una spinta debole da Giulio Gazzotti, che in questa stagione è finito a Pesaro.
I coach ci sono ancora. Superconfermati. Fiducia assoluta su piazze importanti. E sorprendenti della provincia del basket italiano. Entrambe le squadre sono reduci da prestazioni confortanti solo che la Dolomiti ha sconfitto in casa nel posticipo niente meno che le scarpette rosse dell'Armani Milano di coach Repesa, giovedì scorso, mentre i lombardi del torrone arrivano da una sconfitta onorevole e combattuta contro gli scudettati di Sassari, al PalaSerramadigni dove i trentini persero lo scorso anno nei quarti dei playoff scudetto.
Per battere Cremona ai sardi con lo scudetto sulle maglie è servito un overtime e il solito David Logan, giocatore decisivo in tantissimi match soprattutto quelli della passata stagione. Ai padroni di casa mancherà Luca Vitali, l'idolo di casa, l'azzurro che era stato "tagliato" dal ct Pianigiani con i trentini Poeta e Pascolo, ancora alle prese con un infortunio muscolare. Inutile dire che è un'assenza di una pesantezza inifinita ma a Sassari i cremonesi hanno venduto cara la pelle. Gli americani della Vanoli sono cambiati tutti. C'era Clark, lo scorso anno, che piaceva a coach Buscaglia e anche gli altri americani non erano male, dal furetto Ferguson al colosso Bell al fantasista Haynes.
Di azzurro, oltre a Vitali, c'è buona stoffa, l'altro nazionale il centro Marco Cusin e il giovane in crescita Fabio Mian che a Sassari ne ha messi 17, poi l'altro regista ed esterno Cazzolato, quindi Raphael Gaspardo nato a Bressanone, un ?93 cresciuto nel vivaio della Benetton. Il sesto azzurro è il colored Paul Biligha, nato a Perugia, che abbiamo ammirato al PalaTrento tra i Dilettanti con Casalpusterlengo.
Gli stranieri sono tutti americani come quelli della Dolomiti Energia che contro Milano hanno sfoderato una prestazione con i fiocchi, a partire dal dinamico lungo Wright alle ali Lockett e Sutton, fino a Sanders che ha trovato tiri chirurgici. Il play è Tyrus McGee dalle 10 partite a Capo d'Orlando lo scorso anno, ma a Sassari ha sfoderato la migliore prestazione della sua squadra con 15 punti. Il nigeriano Adegboye in arte "Ogo" è il suo cambio, pronte le sfide con Poeta, Forray e Sanders e Flaccadori, ma soprattutto gli esterni aquilotti dovranno guardarsi da Southerland, gran tiratore, e da Turner, il primo newyorchese ex Limoges in Francia che gioca ala grande da contrapporre a Pascolo e Baldi Rossi e il secondo californiano di Sacramento dalla mano calda.
A Sassari 21 di valutazione per Deron Washington un'ala piccola di New Orleans che ha fallito il tiro della vittoria prima di transitare all'overtime. Washington due anni fa era a Pistoia con Moretti e il suo talento promette scintille. Tre le chiavi di interpretazione di questo match: 1) il duello del tanti esaltato (e giustamente) Wright con Cusin e i lunghi avversari; 2) la conferma della robustezza della difesa di Busscaglia con le conferme di Lockett e di Sutton; 3) i progressi di Baldi Rossi e di Flaccadori - con capitan Forray siamo più tranquilli e anche con Pascolo - che possono veramente tenere in alto questa Dolomiti Energia fin dalle prima battute di torneo, a quattro giorni dal debutto europeo a Lubiana. Coach Buscaglia ha preparato a perfezione il match con Gentile raddoppiato, velocità e rimbalzi dominanti. Ora la prima trasferta (la passata stagione era al Forum di Milano) può essere un «trappolone». Vediamo fin dove si è spostato l'ago della qualità sulla bilancia dell'Aquila.