Conte in udienza penale il 18 febbraio a Cremona procede l'inchiesta penale sulle scommesse
Antonio Conte, Stefano Colantuono, Stefano Mauri, Cristiano Doni, Beppe Signori, Massimo Mezzaroma.
Per i big, o ex, del calcio che conta e un altro centinaio di imputati il primo appuntamento con un giudice di merito, dopo oltre quattro anni dei primi arresti nell’inchiesta sul calcioscommesse, è fissato per il 18 febbraio, nell’aula Magna del Tribunale della città lombarda davanti al gup Paolo Beluzzi.
Un’udienza che si presenta tutt’altro che agevole se lo stesso giudice, nell’avviso di fissazione rileva che “la complessità organizzativa di un processo di queste dimensioni e tipologia” comporta difficoltà “in particolare per Uffici di piccole dimensioni come il Tribunale di Cremona”. Una complessità che “alla luce delle croniche carenze di collaboratori amministrativi” comporta “l’assoluta necessità di innovare il processo”. Processo, quindi, che è stato interamente digitalizzato “attraverso soluzioni ad alto contenuto di tecnologia” (80 files corrispondenti agli 80 faldoni di cui è costituita l’inchiesta) e che riguarda una sessantina di partite tra Serie A, B e Lega per le quali il procuratore di Cremona, Roberto di Martino, ritiene vi siano sufficienti elementi per arrivare a un dibattimento mentre per altre è caduta la scure della prescrizione.
Per quanto riguarda il ct della Nazionale, è uno solo l’episodio di frode sportiva contestata: Albinoleffe-Siena del maggio del 2001, in relazione alla quale Conte e il suo vice al Siena, Angelo Alessio, per l’accusa, “contribuivano all’alterazione del risultato della partita non impedendo l’evento illecito, nonostante il dovere di sorvegliare la condotta morale e sportiva dei calciatori”. Dovere dei due tecnici sarebbe stato invece anche quello, di “mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità”, nonchè di “fornire esempi di disciplina e di correttezza civile e sportiva”, previsti dagli accordi collettivi in vigore all’epoca tra allenatori professionisti e società sportiva. La posizione di “preminenza” di Conte “derivante dalla sua funzione di organizzare la squadra a lui affidata, condizionandone il comportamento”, gli imponeva di “impedire la manipolazione della partita” mentre, secondo l’accusa, avrebbe dato il “benestare” di lasciare la vittoria all’Albinoleffe.
Parole che sono bollate come un “forzatura” dai suoi difensori: “Si è passati da una condotta attiva contestata nell’avviso di chiusura della indagini a una condotta omissiva”, ha spiegato l’avvocato Leonardo Cammarata il quale ha ricordato come in origine, a Conte fosse stata anche imputata la partita Novara-Siena del 30 aprile 2001, accusa poi caduta già nell’avviso di chiusura della indagini. “Si basava sulle dichiarazioni di Filippo Carobbio - ha detto che in quell’occasione, pur essendo il giocatore che più avrebbe potuto influire sulla partita, da Conte quasi non fu nemmeno fatto entrare in campo”.
Cammarata ha anche sgomberato il campo da qualsiasi dubbio riguardo un’ipotesi di patteggiamento: “Lo escludo nel modo più assoluto”. Difficile ma non impossibile che la decisone del giudice possa arrivare prima degli Europei che cominceranno in giugno e Conte appare intenzionato a far di tutto per arrivarci dopo aver dissipato le ombre.
ROMA - Quattro mesi per Antonio Conte, sei per Stefano Mauri. La giustizia sportiva ha già giudicato i propri tesserati coinvolti nell’inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla procura di Cremona, che il 18 febbraio si dovranno presentare dinanzi al gip lombardo per l’udienza preliminare. Oltre al ct della Nazionale e all’ex capitano della Lazio, figurano tra gli imputati anche il tecnico dell’Udinese, Stefano Colantuono, e l’ex patron del Siena, Massimo Mezzaroma: nei loro confronti la giustizia sportiva non si è espressa.
L’allenatore sarebbe coinvolto nella presunta combine di Crotone-Atalanta, del 2012, in merito alla quale il procuratore federale Stefano Palazzi, ha comunicato ad agosto la chiusura dell’indagine senza disporre però un deferimento. L’ex presidente, invece, è stato deferito a fine agosto per il match Siena-Varese, del 2011.
- ANTONIO CONTE: squalificato dalla Figc per 10 mesi, quando era tecnico della Juventus, per omessa denuncia, è stato prosciolto per Novara-Siena; è stata, invece, confermata l’accusa per Albinoleffe-Siena. La squalifica è stata ridotta a quattro mesi dal Tnas. È tornato ad allenare l’8 dicembre 2012; - STEFANO MAURI: squalificato per 9 mesi per omessa denuncia nella presunta combine di Lazio-Genoa, del maggio 2011.
Pena ridotta poi a 6 mesi dal Tnas. Mauri, che era stato anche arrestato nell’ambito dell’inchiesta penale, è tornato a giocare a febbraio 2014. Lo scorso agosto la Procura Figc, dati gli sviluppi dell’inchiesta di Cremona, ha chiesto la ‘revocazionè delle sentenze relative a Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, ma non per Mauri e il suo club. La Corte federale d’appello Figc ha comunque ritenuto questo ricorso ‘inammissibilè.
- CRISTIANO DONI: punito prima con uno stop di tre anni e sei mesi e poi squalificato per altri due anni. È finito anche nel fascicolo riguardante il match Crotone-Atalanta, ma la chiusura indagini disposta dalla Procura Figc a luglio, non ha portato a nuovi deferimenti, nemmeno dell’allora tecnico degli orobici
STEFANO COLANTUONO; - GIUSEPPE SIGNORI: cinque anni di squalifica per l’ex azzurro, che comunque tesserato Figc, più preclusione.
- MASSIMO MEZZAROMA: già ascoltato dalla Procura Figc il 12 luglio 2012, l’ex patron del Siena, dopo gli sviluppi dell’inchiesta lombarda, è stato deferito ad agosto per la presunta combine di Siena-Varese, del 2011. Nei processi al calcioscommesse il club toscano, poi fallito, aveva patteggiato 6 punti di penalizzazione per responsabilità oggettiva sui propri tesserati, ma non era mai stato deferito per Mezzaroma.