Mondiali 2006, ora è caccia a Kaiser Franz
Ora che l’ormai ex presidente della Federcalcio tedesca (Dfb) Wolfgang Niersbach si è messo da parte, nel chiarimento delle circostanze legate alla presunta compravendita del Mondiale 2006 si apre la caccia all’icona. Nel mirino Franz Beckenbauer, il Kaiser, allora presidente del comitato promotore, poi comitato organizzatore, che guidò la candidatura tedesca 2006 al successo.
Rainer Koch, che della Federcalcio tedesca è ora uno dei due presidenti ad interim, ha reso noto che 4 giorni prima dell’assegnazione del Mondiale Beckenbauer aveva firmato un accordo riservato con il vice-presidente della Fifa, Jack Warner. C’è un documento che lo conferma, nel quale veniva preso l’impegno a fornire da parte tedesca “diverse prestazioni”.
Non si è trattato di prestazioni dirette di tipo economico, ha precisato Koch, ma di accordi che riguardavano svolgimento di partite, appoggio ad allenatori presso la Confederazione calcistica del Nord e Centro America e Caraibi (Concacaf), o promesse di biglietti per le partite del Mondiale allo stesso Warner.
Non si sa se questo accordo riservato sia mai stato rispettato, ha aggiunto Koch: il Kaiser non era allora rappresentante unico della Federazione e non poteva decidere da solo. Beckenbauer è stato dal 1998 al 2010 vice-presidente del Dfb e, in quanto tale, membro del comitato direttivo che decideva collegialmente. Koch ora vuole che l’icona del calcio tedesco dica tutto quello che sa, che aiuti davvero a far venir fuori la verità. Potrebbe essere una verità amara: per la Germania, per le istituzioni del suo calcio e per il suo uomo simbolo, vincitore con la nazionale di due campionati del mondo, uno come giocatore nel 1974, l’altro come allenatore nel 1990