Finale Modena-Perugia L'ottava volta di «Bira»
Domani comincia la serie della finale scudetto che vedrà di fronte la Dhl Modena (che si è qualificata battendo la Diatec Trentino) e la Sir Safety Conad Perugia (che h asuperato la lube Civitanova). E tra gli umbri, spicca la presenza di un giovanotto di trentacinque (e non sentirle) primavere che da domenica entrerà nel suo habitat naturale. Il personaggio in questione è Emanuele Birarelli, centrale ex Trentino volley, che domani metterà i suoi 202 cm per l’ottava volta sul taraflex di una finale scudetto. Numero impressionante solo a leggerlo, numero che certifica la continuità ad altissimo livello del «Mamba» bianconero arrivato a Perugia dopo le fantastiche stagioni ricche di successi a Trento, per parola sua, proprio per vivere partite del genere. Ed è stato buon profeta.
«Abbiamo recuperato dalle fatiche della semifinale, dove avevamo speso molto - racconta Birarelli - e da qualche giorno abbiamo ripreso ad allenarci forte. Boban (Kovac, ndr) ha chiesto il 100% a tutti per lavorare al massimo e lo stiamo facendo». I tifosi? C’è tanta gente che ci segue anche in allenamento, ma con molto rispetto per il nostro lavoro. È molto bello il clima che c’è. In questi playoff ogni partita in casa è diventata un evento per tutta la città, il palazzetto è caldissimo e, come dissi al termine di gara 4 di semifinale con Civitanova, per noi è molto bello e per gli avversari non è facile».
La lunga esperienza di Birarelli in serie che assegnano il tricolore porta il centrale bianconero ad una analisi lucida ed attenta sulla sfida con Modena: «Dico diverse cose che appariranno scontate, ma sono senz’altro vere. Intanto che Modena è forte, molto forte. Sono un gruppo formato con un progetto partito tre stagioni fa con gli arrivi di Bruno e Ngapeth e poi consolidato negli anni. Sono una squadra completa e rispetto allo scorso campionato, pur mantenendo un gioco spumeggiante, sono più concreti e maturi.
In più hanno il vantaggio del fattore campo e vincere in casa loro non è certo semplice. Insomma, è ovvio che è difficile, d’altra parte siamo alla finale scudetto. Ma anche noi abbiamo le nostre chance. Quest’anno ci abbiamo giocato contro tre volte. Ci abbiamo sempre perso, ma ogni gara ci siamo sempre un pochino avvicinati, perdendo in casa a fine febbraio 2-3 per un soffio in un periodo nel quale non stavamo facendo molto bene. Invece ora stiamo giocando bene in attacco, abbiamo diverse uscite in ogni situazione. Ovviamente come un po’ tutti, siamo dipendenti da battuta e ricezione, dovremo cercare di avere continuità e forzare dai nove metri. Ma devo dire che sono fiducioso, abbiamo le nostre carte da giocare».
Sia nei quarti di finale che in semifinale, Perugia ha portato a casa gara 1, ribaltando subito il fattore campo.
«Lo dissi anche al via delle altre serie - continua il «Bira» -. Per noi che non abbiamo il fattore campo dalla nostra, il progetto è vincerne una fuori in qualche modo, anche al quinto set come in gara 1 a Verona e a Civitanova. E poi tenere il fattore campo. È ovvio che vincere la prima domenica sarebbe bellissimo. Nelle altre serie forse ha giocato anche il fattore sorpresa in gara 1. Magari va così anche stavolta».