Spanghero: «L'Aquila nel cuoreDada farà la scelta giusta»
Non gioca più nell’Aquila ma ormai è diventato trentino anche lui. E non solo perché lui è triestino di origine e, per via del famoso ponte, le distanze tra le due città redente sono minime... Il fatto è che, finita la stagione di A2 con Verona a seguito dell’eliminazione al primo turno contro Scafati, Marco Spanghero è - potenza dell’amore - di stanza in città.
Marco, la sua stagione a Verona, dopo l’addio all’Aquila, non è stata un granché.
«Si può ben dire. Né per me né per la squadra. Per quanto mi riguarda ho subito tre infortuni e ho potuto giocare pochissimo. A novembre distorsione alla caviglia e subito, a causa di un recupero affrettato, l’infiammazione al tendine sotto il calcagno. Ho giocato tutto gennaio con le infiltrazioni di cortisone perché c’erano altri compagni infortunati finché mi sono procurato una lesione muscolare al retto femorale di entrambe le gambe».
Nient’altro?!?
«Diciamo che quando sono andato a farmi visitare dal dottor Rocchi a Reggio Emilia mi ha detto che in tanti anni di professione non aveva mai visto una lesione allo stesso muscolo di entrambe le gambe. Quindi, in pratica, ho giocato soltanto 10 partite al 100 per cento».
La Tezenis Verona, che partiva per ammazzare il campionato, è stata in realtà una delusione, qualificandosi soltanto all’ultimo per i playoff e venendo subito eliminata. Cos’è successo?
«È stata una stagione al di sotto delle aspettative. Ci sono stati troppi infortuni che hanno condizionato i risultati».
Che farà lei?
«Per ora mi allenerò tutta l’estate a Trento con Christian Verona. Il preparatore dell’Aquila è il migliore e dovrà aiutarmi a ritrovare la forma. Con tutti gli infortuni patiti quest’anno non faccio pesi per le gambe da novembre e ora ho bisogno di fare un lavoro specifico sulla forza».
L’anno prossimo dove la vedremo?
«È presto per dirlo. Il campionato è ancora in corso e quindi le trattative tra squadre e giocatori per l’anno prossimo devono ancora partire. Per il momento sono sul mercato».
C’è un’ipotesi Aquila?
«Sarei ipocrita a dire che non vorrei tornare, un giorno o l’altro. Già l’anno scorso fu molto difficile rescindere il contratto e decidere di andare via. Mi ero messo in gioco per crescere, ma è stato un anno sfortunato. Nonostante questo e tutti i problemi che si sono presentati, devo dire che ho trovato un allenatore che mi ha insegnato parecchio per il mio gioco individuale. Tanti accorgimenti, tanti trucchi, tante cose da perfezionare, che non vedo l’ora di riprendere».
Dicevamo di Trento.
«Con la società mi sono lasciato benissimo e l’Aquila è sempre nel mio cuore. Come detto, chissà che un giorno le strade non si incontrino di nuovo».
Come valuta la stagione della Dolomiti Energia?
«Essendo infortunato ho potuto seguirla bene. In Eurocup è andata oltre le aspettative e in campionato si è pur sempre qualificata per i playoff nonostante due pesanti infortuni e la difficoltà del doppio impegno».
Quando era a Trento lei e Pascolo eravate sempre assieme: vi sentite ancora?
«Certamente. Devo dire che nei momenti di difficoltà passati quest’anno mi è stato davvero vicino. E l’ho apprezzato tanto».
Fosse in Davide cosa farebbe il prossimo anno?
«Non è facile decidere. Può apparire banale, ma qualsiasi scelta Dada farà sarà quella giusta».
In che senso?
«Se dovesse finire a Milano, come leggo, giocherebbe in una squadra di Eurolega, anche se non sarebbe la prima punta. Ma se rimanesse qui a Trento sarebbe in una realtà perfetta: benvoluto da un’intera città, titolare in una squadra di Serie A che ha ancora grandi potenzialità di crescita. Condizioni perfette».
Capitolo Nazionale. Secondo lei rivedremo finalmente gli azzurri di nuovo alle Olimpiadi dopo 12 anni di purgatorio?
«Facendo tutti gli scongiuri del caso direi che ci sono tutte le potenzialità per fare bene al preolimipico, qualificarsi per i Giochi, e pure per fare un bel risultato a Rio. E comunque se Messina non porterà Dada non guarderò neanche una partita!».
Visto che è a Trento sta approfittando per continuare con la facoltà di sociologia?
«Mi mancano ancora 5 esami. Conto di darne 3 entro la fine dell’estate».
Già in mente un titolo per la tesi?
«Di preciso no, ma potrebbe riguardare le dinamiche di gruppo dentro lo spogliatoio. In fondo qualcosa ne so».