Pjanic dalla Roma alla Juventus Tifosi traditi: è un mercenario
Miralem Pjanic alla Juventus, questione di giorni. Il colpo di mercato è virtualmente chiuso: non appena i dirigenti bianconeri avranno trovato l’accordo economico col bosniaco sulla base di un quinquennale, e preparato i documenti da firmare, verseranno nelle casse della Roma oltre 30 milioni di euro. Il centrocampista frutterà una ricca plusvalenza dalle parti di Trigoria grazie alla clausola rescissoria prevista nel suo contratto («scontata» della percentuale destinata a Pjanic), ma di certo la cessione non fa piacere alla tifoseria giallorossa.
Mentre il presidente James Pallotta preferisce evitare di rispondere alle domande sulla trattativa, lamentandosi poi con i cronisti del fatto di essere continuamente pedinato in ogni suo spostamento in città («Toglietevi da qui, smettetela, ve l’ho già detto. Basta, mi seguite tutto il giorno, tutti i giorni, datemi una pausa. Questo è il motivo per cui vengo così poco a Roma»), sui social esplode la rabbia dei tifosi romanisti per un addio in qualche modo emblematico. Pjanic è infatti l’ultimo superstite della prima campagna acquisti della Roma «americana» (stagione 2011-12), che finora si è contraddistinta più per le plusvalenze sul mercato che non per i trofei messi in bacheca.
E proprio la cessione del bosniaco sembra allontanare i sogni scudetto dei sostenitori giallorossi, infuriati con Pallotta (accusato sulle varie emittenti radiofoniche romane di essere il braccio destro di Agnelli) e tutt’altro che teneri col giocatore. I profili social di Pjanic sono stati infatti sommersi di messaggi di ogni tipo. C’è chi non crede possibile il trasferimento a Torino, sperando in una fumata nera nelle prossime ore, chi accusa il giocatore di essere «un traditore, un mercenario» che ha preferito i soldi all’amore della piazza, chi si domanda «ma non era meglio il Barcellona? Potevi andare in qualunque squadra ma alla Juve proprio no?», e chi già ha pronto il paragone col brasiliano Emerson, protagonista nel 2004 del cambio di casacca.