Schwazer presenta ricorso contro decisione Iaaf
Il marciatore altoatesino non si dà per vinto
È stato depositato al Tribunale antidoping e notificato questa mattina alla Fidal il ricorso che i legali di Alex Schwazer hanno presentato contro la decisione della Iaaf di sospendere il marciatore azzurro trovato positivo al doping. A renderlo noto, il legale del marciatore altoatesino Gerhard Brandstaetter.
«Abbiamo notificato il ricorso alla Fidal tramite Pec - spiega l'avvocato - sottolineando l'assoluta urgenza della risposta». I termini per andare a Rio, infatti, sono strettissimi: il 18 luglio, lunedì prossimo, scadono definitivamente le iscrizioni ai Giochi.
«Noi - prosegue Brandstaetter - stiamo andando avanti per la nostra strada. L'ultimo parere raccolto, in ordine di tempo, è quello di un luminare olandese che ha rimarcato quello che hanno già detto in tanti: quello di Alex è un profilo antidoping».
Parla il professor Donati
«Non mi sono piegato ed ecco perché adesso temo il peggio. Già la mia carriera di allenatore è stata stroncata 29 anni fa quando feci le prime denunce sul doping, ma oggi le contiguità fra alcune istituzioni sportive e ambienti malavitosi sono ricorrenti e dimostrabili».
Lo dichiara a "Repubblica" Sandro Donati, allenatore di Alex Schwazer, che spiega di aver "combattuto la mafia del doping" e di essere ora "minacciato" e di vivere "nella paura". «Più persone - spiega Donati sui suoi timori - mi hanno sottolineato come sia stato un grande azzardo da parte di Alex Schwazer accusare gli atleti russi di doping. Ed è evidente il rapporto di corruttela reciproco che ha contrassegnato la relazione fra alcuni dirigenti della Iaaf (la Federazione internazionale di atletica) e le autorità sportive russe, finalizzato ad insabbiare o a gestire in maniera addomesticata i casi di doping. Io - spiega ancora - ho avuto un ruolo fondamentale, collaborando con la procura della repubblica di Bolzano e con il Ros dei carabinieri, nell'individuazione di un gigantesco date base che era nelle mani di un medico italiano che collaborava e collabora ancora con la Iaaf. Nel date base c'erano centinaia di casi di atleti internazionali con valori ematici particolarmente elevati. E, tra questi, un gran numero di russi».
«Ho portato - continua Donati - all'attenzione della Wada (l'agenzia mondiale antidoping) quel data base e nel frattempo la magistratura francese ha aperto un'indagine per riciclaggio e corruzione nei confronti del vecchio presidente della Iaaf Amine Diack che è stato arrestato. Temo per la mia vita e anche per la mia famiglia. Nel nostro ambiente chi parla fa sempre una brutta fine. andrò dal procuratore di Roma».