Hornetz fa rivivere il mito di Gaul Simona Parente senza rivali

Charly Gaul può dormire sonni tranquilli: i suoi emuli anche quest'anno hanno dato vita ad un'edizione splendida de «La Leggendaria Charly Gaul», la mitica granfondo che ieri ha imperversato a Trento, sul Monte Bondone ed in Valle dei Laghi dopo essere transitata nella terra dei ciclisti trentini doc, la Val di Cembra.

La mediofondo è stata la prima gara a scrivere la cronaca di giornata, con il trentino Andrea Zamboni abile a sfuggire alla morsa di Pontalto a 6 km dall'arrivo, mentre tra le donne Barbara Lancioni (foto a destra) è stata capace di vincere la concorrenza di Serena Gazzini e Astrid Schartmüller.

La granfondo invece si è decisa sulle ultime rampe del Bondone, col tedesco Bernd Hornetz che ha piegato Luciano Mencaroni il quale ha rischiato il rientro del vincitore 2015, Enrico Zen. L'autentica reginetta è invece Simona Parente che ha letteralmente surclassato le avversarie. Partenza di buon mattino in piazza Duomo, con velocità controllata fino alle porte della città, poi sulle prime rampe che da Pressano portano in Val di Cembra i migliori hanno iniziato a scalpitare e sgomitare. Il gruppone dei ciclisti si è sfilacciato ma solo al rientro in città, al ponte di San Lorenzo (zona del bivio medio-granfondo), i corridori hanno scoperto le proprie carte.

A puntare subito per Montevideo un nutrito e veloce gruppetto con una quindicina di atleti e sulla prima rampa già Pontalto dava segni di nervosismo, perché sapeva bene che il gruppo del team Brao Caffe aveva almeno cinque atleti pronti a giocargli qualche brutto tiro, ma soprattutto Decarli, Bergamo, Obrist e Zamboni avevano già «menato duro» in Val di Cembra. A monte di Sardagna Zamboni, Pontalto e Morrone avevano già preso il largo ed a quel punto tutto si è concentrato su di loro. A Vaneze Zamboni era ancora ben saldo sui pedali e si era messo in cassaforte 35" su Pontalto, che ormai aveva desistito nell'impresa del riaggancio, semmai temeva il rientro di Morrone che i due avevano perso per strada verso Candriai. Il perginese, non pago del vantaggio, ha insistito nel suo ritmo e testa bassa, coi rapporti duri, è riuscito ad aumentare ancora il divario e l'applauso del pubblico di Vason è stato tutto per lui, che ha chiuso con un bel 1h58'2, tempo che è anche il nuovo record.

Passiamo al femminile. Barbara Lancioni è atleta da «lungo», ma ieri mattina non era in condizioni ideali ed allora ha deciso per il mediofondo. Ha spiazzato sia Serena Gazzini che Astrid Schartmüller, che l'hanno tenuta costantemente sotto controllo, ma poi sul Bondone le cose si sono complicate e la torinese, ormai pisana consolidata, ha allungato sulla Gazzini chiudendo con 2h14'23" e con 53" di vantaggio.

La gara top nel frattempo affrontava il Bondone da Est salendo da Garniga. Già ad Aldeno la corsa ha preso la piega definitiva con Mencaroni che si è trascinato in scia Nardecchia, Fraternali e Hornetz. I quattro hanno innestato il turbo ed in Valle dei Laghi il cronometro dava loro un vantaggio di oltre 6' sugli inseguitori. Mencaroni ed Hornetz non hanno mai abbassato il ritmo ed a Terlago già Nardecchia era alla corda, poi a Sopramonte ha perso contatto Fraternali e così sulla salita «Charly Gaul» è stata una disputa tra Hornetz e Mencaroni.

Il tedesco con un ritmo dirompente ha staccato nel finale l'anconetano ed il traguardo lo ha salutato vincitore con 4h37'03", poi dopo 35" si è presentato Mencaroni, deluso e con le gambe a pezzi. Nel finale chi ha preso la verve giusta è stato invece Zen, e come ha fatto lo scorso anno ha davvero affrontato gli ultimi tornanti a missile. I 6' di distacco in Valle dei Laghi si sono ridotti a soli 43" con a ruota Cecchini e l'arreso Fraternali. Nella gara femminile ha brillato la stella di Simona Parente, ex pro. Una cavalcata alla grande la sua, che ha relegato una come Marina Ilmer seconda ad oltre 9', anche se l'altoatesina ha detto di non allenarsi più come una volta. A podio anche la feltrina Bee.

 

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