Aquila, ultimo appello per Beto Gomes
Un’ultima prova d’appello a Pesaro per Beto Gomes. Poi la società potrebbe valutare il taglio.
Per il portoghese nativo di Capo Verde l’esperienza trentina potrebbe concludersi a breve visti i risultati personali poco brillanti in questa prima parte di stagione. Non che si debbano imputare a lui tutte a le colpe delle quattro sconfitte consecutive della Dolomiti Energia, ma le nude statistiche parlano di un giocatore che - a dispetto del soprannome, il CR7 del basket - finora non è riuscito a dimostrare il suo valore. Anzi, nelle ultime partite il suo livello, complice un minutaggio sempre minore, sono andate calando.
Le statistiche - che sono solo dei numeri e che non dicono tutto di un giocatore, ma che nel basket contano, eccome - rivelano che Beto in meno di 22 minuti di utilizzo medio nelle prime 8 partite di campionato ha segnato 6 punti. Se però togliamo la partita in casa contro Cremona in cui ha segnato 14 punti ed è stato votato Mvp - la media scende a 4.85 punti per allacciata di scarpe. Un po’ pochino se pensiamo che in estate il portoghese era stato «venduto» ai tifosi come uno dei punti di riferimento in attacco della nuova squadra.
Proseguendo nella lettura statistica, i rimbalzi sono 4,8. A far tremare i polsi le statistiche al tiro: 29,2 per cento da due e il 26,7 da tre, con più tiri dalla lunga distanza che non da vicino al canestro o in entrata. Segno - assieme alla statistica dei falli subiti (solo 1,3 a partita) - che il giocatore non è molto propositivo in attacco, che non si «butta» in palleggio nel cuore dell’area, ma che si accontenta del tiro piazzato da fuori. Ma se la squadra non ha un’ottima circolazione di palla e non esegue alla perfezione i giochi per liberare un uomo al tiro ecco che la pericolosità offensiva del portoghese precipita.
D’altronde i minuti in campo per Beto stanno cominciando a restringersi, come i ghiacciai di montagna sotto la canicola estiva: dai 26 (Brindisi) e 32 (Cremona) delle prime due partite ai 15 di Torino e 14 di Pistoia. Proprio il minutaggio che va via via riducendosi è il segnale che Buscaglia - e verosimilmente anche la società - non si fidano tanto del portoghese. La settimana scorsa, dopo la sconfitta casalinga contro Torino, il general manager dell’Aquila Salvatore Trainotti ad una domanda dell’Adige sul rendimento di Gomes aveva risposto che «nella partita di lunedì Beto non ha trovato tiri suoi. La sua prestazione è figlia dei problemi tecnici della squadra. Essendo lui un finalizzatore ha bisogno che la squadra giochi in un certo modo per poter emergere. Quando la squadra fa fatica lui ne risente più degli altri. In termini difensivi e di atteggiamento, però, non ha mollato un centimetro. E questo mi piace».
Parole che, da un lato, confermavano fiducia nel portoghese, ma dall’altra ammettevano le difficolotà finora incontrate dal numero 15 ad adattarsi al gioco della squadra e al campionato italiano.
Cosa farà ora la società? Anzitutto bisogna vedere cosa succederà domenica a Pesaro. Una vittoria dell’Aquila e una buona prestazione del portoghese potrebbero congelare la situazione. D’altro canto un’ennesima partita negativa della squadra e del giocatore potrebbero accelerare la ricerca di un sostituto. Fermo restando che, anche l’altro giorno, Trainotti ha spiegato che i primi bilanci si tireranno attorno a Natale. Gia, ma Beto lo mangerà il panettone?
Di sicuro è il primo straniero della storia aquilotta vicino al taglio. Nemmeno Keaton Grant, che pure nella prima stagione dell’Aquila in serie A non aveva brillato (in parte offuscato dalla bizzarra stella di Tony Mitchell), era stato messo in discussione già nella prima parte di campionato.