Un Australian Open pieno di sorprese Fuori i numeri 1 Murray e Kerber
Non sono finite le clamorose sorprese agli Australian Open. Dopo l’eliminazione al secondo turno di Novak Djokovic, numero 2 del ranking mondiale e detentore del trofeo (ha vinto qui sei volte), per mano di Denis Istomin, deve salutare prematuramente il torneo anche Andy Murray. Lo scozzese, numero 1 del mondo e cinque volte finalista nelle ultime sette edizioni (2010, 2011, 2013, 2015 e 2016), tutte perse - quattro contro Djokovic ed una contro Federer – è stato eliminato negli ottavi di finale dal tedesco Mischa Zverev, numero 50 Atp, impostosi in quattro set: 75 57 62 64 il punteggio per il fratello maggiore del Next Gen Sascha, che agli Australian Open non era mai andato oltre il secondo turno e per la prima volta in carriera ai quarti di uno Slam. Un’impresa da favola per il 29enne mancino nato a Mosca e trapiantato ad Amburgo, che due anni fa era fuori dai prime mille del mondo e pareva destinato ad allenare il fratellino. E invece martedì sfiderà per un posto in semifinale Roger Federer, che al suo rientro nel circuito ha saputo imporsi in cinque set su Kei Nishikori, numero 5 del ranking e del tabellone. E a 35 anni e 174 giorni il fuoriclasse di Basilea diventa il più anziano tra i ‘best 8’ di questo torneo dopo Arthur Ashe, che raggiunse i quarti nel 1978 a 35 anni e 177 giorni.
DAL 2002 I PRIMI DUE NON USCIVANO PRIMA DEI QUARTI - Murray a Melbourne Park non era mai uscito di scena prima dei quarti dal 2009, quando aveva ceduto in cinque set allo spagnolo Fernando Verdasco (un altro mancino…). E addirittura erano oltre dieci anni che non perdeva da un avversario con una classifica così bassa, esattamente dalla sconfitta nel 2006 contro l’argentino Juan Ignacio Chela, allora numero 51 del ranking. E’ insomma un’edizione destinata ad entrare nella storia, quella 2017 di questo torneo: era infatti dal Roland Garros 2004 che i primi due tennisti della classifica mondiale non venivano eliminati prima dei quarti di finale di uno Slam (in quel caso (Roger Federer e Andy Roddick), mentre a Melbourne una tale ‘caduta degli dei’ non si verificava dal 2002 (erano Lleyton Hewitt e Gustavo Kuerten).
L’ATTACCANTE ZVEREV SCONVOLGE I PIANI DI MURRAY - Murray ha sofferto oltremodo il gioco d’attacco del mancino, votato al serve and volley e costantemente proiettato verso la rete anche nei turni di risposta (119 attacchi complessivi, con 70 punti conquistati), non riuscendo a trovare adeguate contromisure. In particolare ha mancato di efficacia nei passanti, con un avversario che copre bene la rete: alla fine 66 errori diretti per Andy, molti più del solito. Eppure era uscito bene dai blocchi lo scozzese, strappando la battuta al tedesco nel quarto game (3-1) e andando a servire per il set sul 5-3, senza riuscire però a chiudere e subendo un parziale di quattro game a zero. Probabilmente questa è stata la svolta dell’incontro, perché ha dato fiducia a Zverev, che ci ha creduto ancora di più, instillando qualche dubbio invece nella mente del numero uno del ranking. La reazione d’orgoglio di Andy è veemente (3-0 e 4-2), però l’avversario – incitato in tribuna dal fratello minore – lo riaggancia sul 4-4, con Murray a cercare di scuotersi urlando “Energia, energia”. Lo scozzese pareggia i conti soffrendo (75). Però non cambia l’inerzia della partita: Mischa brekka a zero (3-2) e vola a vincere il terzo set 62. E sullo slancio toglie la battuta al britannico anche in avvio di quarta frazione, Murray si aggrappa al cuore, lotta su ogni palla, ma Zverev senior non concede sconti né tanto meno palle break. Neppure un facile smash messo in rete nel punto che vale il 5-3 lo fa tremare facendogli smarrire lucidità: Mischa dopo tre ore e 33 minuti completa il suo capolavoro, una domenica indimenticabile per lui e per il circuito maschile. Del resto, il mancino russo-tedesco non aveva mai battuto prima Andy, che nel 2015 si era imposto 62 62 al secondo turno del torneo di Monaco su terra. Essendo coetanei, i due si erano affrontati anche a livello giovanile e sempre aveva prevalso il 29enne di Dunblane, nella semifinale degli US Open junior del 2004 e in due tornei Futures ITF, nel 2003 in Gran Bretagna e nel 2005 in Italia.
LA SINCERITA’ DI ANDY: “HA PESATO NON AVER VINTO IL PRIMO SET” -Rimangono così tabù gli Australian Open per lo scozzese, due volte oro olimpico. E comprensibile è la sua amarezza al termine dell’incontro. “Lui ha giocato molto bene, specie nei momenti cruciali, trovando colpi splendidi quando ne aveva bisogno e io non ho potuto farci granché” – ha ammesso Murray – “se non complimentarmi con lui. C’è da dire che il primo set è stato frustrante, sono stato due-tre volte avanti di un break e se lo avessi vinto poteva cambiare la partita. Sono ovviamente molto deluso in questo momento per questo risultato, però non posso dimenticare i sette mesi migliori che ho avuto su un campo da tennis dall’estate scorsa. In quel periodo ho vinto anche partite che non dovevo vincere… Cercherò di imparare da questa sconfitta e di tornare ancora più forte”.
INCREDULO IL TEDESCO: “FANTASTICO AVERE QUI LA MIA FAMIGLIA” - “Non so bene come ci sono riuscito. Ero come in trance e il serve and volley era la mia strada da seguire. Penso che dovrai dirmi tui come ho fatto perché onestamente ci sono alcuni punti che non so come sono riuscito a vincere, ma ce l’ho fatta”, le parole a caldo, ai microfoni di Jim Courier, di Mischa Zverev, che ai quarti di finale affronterà un ritrovato Roger Federer (numero 17 del seeding). “Questo risultato ha un valore immenso per me. E vale un mondo anche il fatto che qui c’è tutta la mia famiglia, il mio box è pieno. Tante persone sono qui a sostenermi: è fantastico. Mio fratello Sascha è per me un motivo costante di ispirazione: mi spinge a cercare sempre di migliorarmi sul campo”.
FEDERER PIEGA IN 5 SET NISHIKORI – Dopo la ‘lezione’ di tennis impartita a Tomas Berydch, King Roger ha superato anche un ostacolo ancora più duro come il giapponese Kei Nishikori, numero 5 del mondo e del tabellone, mandando un chiaro segnale a tutti quanti. Dopo un inizio tutto in salita (si è trovato rapidamente sotto 4-0 e 5-1) il 35enne campione di Basilea – in Australia ha alzato 4 dei suoi 17 trofei Slam – ha ingranato la marcia giusta, recuperando i due break di svantaggio e salendo lui avanti 6-5. Ma nel tie-break Nishikori trovava una risposta di gran livello e sullo slancio faceva sua la prima frazione per 7 punti a 3, impiegando però una mezzoretta in più per incamerarla. Al settimo game del secondo set Federer piazza il break che gli vale poi il 64. King Roger sale in cattedra e sullo slancio strappa la battuta al nipponico in avvio di terzo set, poi annullando anche due chance per l’immediato contro-break nel quarto game. Il pupillo di Chang accusa il contraccolpo psicologico e incassa un rapido 61, dando anche segnali di nervosismo a inizio quarto set. Dove però sventa una pericolosissima palla break nel quarto game, e dal possibile 3-1 per lo svizzero è invece Nishikori a brekkare portandosi in vantaggio 3-2 grazie a un piccolo passaggio a vuoto dell’elvetico. Un leggero calo di tensione che porta la sfida al set conclusivo. Nel quale l’ex numero 1 del mondo allunga subito 3-0 (break al secondo game grazie a un rovescio lungo linea in rete del 27enne di Shimane). Kei chiede un medical time out per farsi massaggiare alla parte bassa della schiena e al fianco sinistro, evita di ritrovarsi 0-4 fronteggiando due opportunità consecutive al rivale (15-40) tuttavia non basta per frenare un Roger lanciato verso la sua 13esima volta nei quarti a Melbourne (49esima complessiva in uno Slam): 67(4) 64 61 46 63 lo score, in 3 ore e 23 minuti di gioco, per lo svizzero (24 ace per lui) che chiude al primo match point con uno smash al rimbalzo.
ROGER: “DURA DOPO QUELL’INIZIO, VITTORIA MOLTO IMPORTANTE” - Un saltello che sa tanto di liberazione. Appena messo a segno l’ultimo punto, tra gli applausi della Rod Laver, Roger Federer ha dato sfogo alla sua gioia: come per dire al mondo (e probabilmente anche a se stesso), cari signori, non sono ancora finito. “Quando mi sono trovato sotto 4-0 nel primo set, pur non giocando male, ho pensato che peggio di così non poteva andare” – ammette il campione svizzero ai microfoni – "Kei aveva cominciato in modo impressionante, leggeva sempre il mio servizio ed era in costante anticipo sulla palla. E’ stata davvero dura, così come non è stato semplice accettare di non aver vinto quel set dopo lo sforzo compiuto per recuperare, però alla fine ne è valsa la pena. Mi sono detto di stare calmo: mi sono allenato il più duramente possibile durante la off-season e questa vittoria è molto importante per la mia carriera. Anche Nishikori ha giocato una grande partita ed è una gioia esserne stato parte". Anche perché dall’altra parte della rete, martedì, non troverà il numero uno del mondo bensì Mischa Zverev, sconfitto nei due precedenti testa a testa. “Quando sono nel circuito non mi perdo un incontro, quasi una non stop davanti alla tv, per cui ho seguito il match… Come per quanto accaduto a Novak Djokovic contro Istomin, non avrei immaginato che Murray perdesse. Deve essere un duro colpo per Andy, però sarà protagonista ancora molti anni qui e sono sicuro che riuscirà a vincere gli Australian Open", la previsione di un Federer dal sorriso smagliante. Come quello del suo team, con ritrovate certezze.
TSONGA DOMA EVANS E SFIDERA’ WAWRINKA – Ha staccato per la quinta volta il biglietto per i quarti di finale Jo-Wilfried Tsonga: il francese, 12esima testa di serie e finalista nel 2008, ha fermato il cammino di una delle rivelazioni di questa edizione, l’inglese Daniel Evans, numero 51 Atp, che si è regalato una ‘prima’ negli ottavi di un Major sgambettando due attesi protagonisti quali Marin Cilic e Bernard Tomic. Ha ceduto con il punteggio di 67(4) 62 64 64 il 26enne di Birmingham, che comunque potrà consolarsi con l’ingresso nei top 50 e – probabilmente – anche con un agognato sponsor per il materiale tecnico. Tsonga affronterà per un posto in semifinale Stan Wawrinka, numero 4 della classifica mondiale e qui trionfatore nel 2015, che con tre tie-break ha posto fine al brillante torneo dell’azzurro Andreas Seppi.
RISULTATI DOMENICA - Ottavi: Mischa Zverev (GER) b. (1) Andy Murray (GBR) 75 57 62 64, (4) Stan Wawrinka (SUI) b. Andreas Seppi (ITA) 76(2) 76(4) 76(4), (12) Jo-Wilfried Tsonga (FRA) b. Daniel Evans (GBR) 67(4) 62 64 64, (17) Roger Federer (SUI) b. (5) Kei Nishikori (JPN) 67(4) 64 61 46 63.
Domenica da dimenticare per i numeri 1 del modo, ai quali la Rod Laver Arena ha regalato solo dispiaceri. Dopo Andy Murray, infatti, saluta Melbourne anche Angelique Kerber, sbattuta fuori da Coco VandeWeghe, che non concorre certo al premio di “miss simpatia” ma che in compenso picchia davvero forte. La tedesca da parte sua dal trionfo agli Us Open del 2016 (con conseguente conquista del trono mondiale spodestando Serena) non ha più vinto un torneo ed ha giocato una sola finale, alle Wta Finals di Singapore lo scorso ottobre (battuta dalla Cibulkova): non è esagerato per lei parlare di crisi. Con un ulteriore timore: se Serena Williams vincerà il suo settimo Aus Open si riprenderà lo scettro.
Sorridono e tanto, invece, Muguruza, Venus Williams e Pavlyuchenkova promosse ai quarti degli Australian Open, con quest’ultima che si è aggiudicata un po’ a sorpresa il derby russo contro Svetlana Kuznetsova.
ANGIE OUT, MA NON E’ UNA SORPRESA! - Sembra un nonsense parlando della numero uno del mondo nonché campionessa in carica, ma era dall’inizio del torneo che la Kerber stava giocando male: tre set per battere Tsurenko, altri tre per superare la Witthoeft. Poi si era illusa un po’ contro Krystina Pliskova (ma la ceca non ha avuto una gran giornata al servizio, la sua arma migliore), alla quale aveva concesso appena quattro giochi. Negli ottavi, invece, il servizio di Coco VandeWeghe ha funzionato benissimo, così come il diritto e tutto il resto ed Angelique ha finito per rimediare una sconfitta durissima da digerire: 62 63, in un’ora ed otto minuti. Nel primo parziale la 29enne mancina di Brema ha perso la battuta nel sesto e nell’ottavo gioco ed altre due volte anche nella seconda frazione, curiosamente sempre al sesto ed all’ottavo game. La battuta della 25enne newyorkese, invece, ha fatto tutto il suo dovere: 6 ace ed il 78% dei punti ottenuti quando è entrata la prima. Coco ha attaccato Angie dalla prima all’ultima palla: un unico passaggio a vuoto per lei, in avvio di secondo set, quando ha giocato un game sciagurato - aperto con una volée di diritto spedita in prima fila - che le è costato l’unico break del match, ma si è ripresa immediatamente e dal 3-1 per la tedesca ha infilato un parziale di cinque giochi consecutivi contro una Kerber oramai rassegnata. Per la statunitense, numero 35 del ranking mondiale, che nel corso del torneo ha fatto fuori anche Roberta Vinci e "Genie" Bouchard, si tratta della seconda volta nei quarti in uno Slam dopo Wimbledon 2015: ora l’attende la Muguruza.
INFINITA VENUS - Dopo due anni, e con 36 primavere sulle spalle, la maggiore delle Williams sisters, 13esima testa di serie e numero 17 del ranking mondiale, torna nei quarti dello Slam Down Under, per la nona volta in carriera, grazie al successo per 63 75 sulla tedesca Mona Barthel, scesa a causa di una lunga serie di problemi fisici al numero 181 Wta e costretta a giocare le qualificazioni. ”A questo punto del torneo tutto quello che vuoi e sentirti bene e renderti conto che stai facendo tutto nel modo migliore” - ha detto Venus che a Melbourne vanta una finale, raggiunta nel 2003 e persa contro Serena -. ”Quindi quando vai a rete a stringere la mano alla tua avversaria, e se sei tu ad aver vinto, ti importa poco se ci hai messo due o tre set”.
Nel primo set la statunitense fa e disfa a piacimento: prende due volte un break di vantaggio ma commette anche una valanga di gratuiti facendosi sempre riagganciare, fino al terzo allungo. Quello decisivo. Più equilibrato il secondo set con la Barthel che riesce ad arginare meglio la Williams: Venus fallisce una palla-break nel settimo gioco ma nell’undicesimo (dove i break-point sono tre di fila) non sbaglia e poco dopo archivia l’incontro. Prossima avversaria per lei la russa Pavlyuchenkova: la californiana è avanti per 3-2 nei precedenti ed ha vinto le ultime due sfide (le due però non si affrontano da due anni e mezzo: Montreal 2014).
ANASTASIA INARRESTABILE - Pavlyuchenkova è stata infatti la prima a staccare il pass per i quarti, lei che a Melbourne non era mai andata così avanti. E la 26enne di Samara, numero 27 del ranking mondiale, lo ha fatto prendendo letteralmente a pallate Svetlana Kuznetsova, ottava favorita del seeding, nel derby russo che ha aperto il programma sulla Rod Laver Arena. ”Sono un po’ scioccata a dire il vero” - ha ammesso Anastasia - ”ma allo stesso tempo sono anche molto felice”. Fino all’inizio di quest’anno la Pavlyuchenkova aveva vinto solo una sfida delle sette giocate contro la Kuznetsova: improvvisamente in questo avvio di 2017 l’ha battuta due volte, poco più di una settimana fa a Sydney ed ora a Melbourne. E sempre in due set. “Sveta” ha probabilmente pagato la fatica della maratona del terzo turno contro la Jankovic (oltre tre ore e mezza di partita) ma Anastasia ha saputo approfittarne. La cronaca. Pavlyuchenkova inizia fortissimo (3-0) e già sul 5-1 può servire per il set. Qui arriva la reazione d’orgoglio della Kuznetsova che, con un parziale di 8 punti a 3, infila due game consecutivi ma poco dopo Anastasia chiude il set. Nella seconda frazione, al sesto gioco, “Sveta” recupera il break rimediato nel gioco d’apertura ma poi c’è spazio solo per Anastasia.
RISULTATI DOMENICA - Quarto turno (ottavi parte alta): VandeWeghe (USA) b. (1) Kerber (GER) 62 63, (7) Muguruza (ESP) b. Cirstea (ROU) 62 63, (13) V.Williams (USA) b. (q) Barthel (GER) 63 75, (24) Pavlyuchenkova (RUS) b. (8) Kuznetsova (RUS) 63 63.