Woodward: Italia del rugby fuori dal 6 Nazioni per crescere
Solo la possibile esclusione dal ricco e prestigioso 6 Nazioni potrà migliorare l’Italrugby, ormai «troppo fragile e autoindulgente», orfana «delle motivazioni e dei guerrieri degli anni ‘90».
Questo il severo giudizio dell’ex ct dell’Inghilterra campione del mondo nel 2003 Sir Clive Woodward, scettico anche sul ruolo di coordinatore del movimento azzurro affidato a Conor O’Shea.
In un articolo pubblicato sul Daily Mail il tecnico inglese attribuisce alla certezza del posto tra l’elite continentale l’origine dei mancati progressi dell’Italia negli ultimi anni.
«Non è colpa dell’Italia ma (questa formula) sta arrecando un immenso danno e ha contribuito al declino italiano», scrive Woodward che suggerisce una formula di play-off con la vincitrice del Rugby Europe International Championships, quasi sempre la Georgia. Secondo il tecnico inglese l’Italia negli anni ha smarrito «la fame e l’ambizione che l’avevano a lungo guidata», «sperperando una tradizione che risale a Massimo Giovanelli, i fratelli Cuttitta, Carlo Checchinato, e la meravigliosa apertura Diego Dominguez».
Ma non solo la mancanza di traguardi e obiettivi. A penalizzare la crescita italiana sono anche le troppe responsabilità affidate al nuovo ct, O’Shea, che dovrebbe essere viceversa concentrato unicamente sulla nazionale per ricavarne il meglio. Senza essere distratto da compiti organizzativi per ristrutturare il movimento, «ruolo da affidare a qualcun altro».