Da Thoeni al Barcellona, le «remuntade» impossibili
Dal Barcellona al Manchester United, da Valentina Vezzali ad Alberto Cova, da Gustavo Thoeni ad Ayrton Senna.
Sono tante le squadre e i campioni i cui trionfi sono frutto della rimonta impossibile, quel momento magico che rappresenta il sale dello sport, emblema di quando fatica e impegno portano a un traguardo insperato. Su un campo, su una pista, tutto può cambiare fino all’ultimo secondo, come ha dimostrato ieri sera la partita del Camp Nou. La remuntada dei blaugrana sul Psg ha poche ore ma è già leggenda. Non solo per l’impresa in sè, uno 0-4 all’andata ribaltato con un 6-1, ma perchè i catalani hanno completato una doppia rimonta, segnando tre gol in quella che una volta si chiamava «zona Cesarini».
Negli almanacchi del calcio le rimonte impossibili non mancano. Proprio a Barcellona, il Manchester United vinse la Champions League ‘99 battendo il Bayern Monaco, che al 90’ stava vincendo 1-0. La squadra di Alex Ferguson ribaltò il risultato con Sheringham e Solskjaer, conquistando una vittoria pazzesca. Altra finale Champions, era il 2005. A Istanbul, il Liverpool ebbe più tempo per risalire dallo 0-3 al 45’ fino al 3-3 sul Milan, per poi imporsi ai rigori. È ancora un incubo per i tifosi rossoneri. Tempo invece non ne aveva più la fuoriclasse del fioretto Valentina Vezzali, quando a Londra 2012 era sotto di 4 stoccate sulla sudcoreana Nam a 21« dalla fine della finale per il bronzo. L’azzurra a 12» dal termine ha iniziato la rimonta, agguantando il pareggio a -1« dalla sirena e costringendo l’avversaria al minuto supplementare, battendola con una stoccata decisiva.
Dalle pedane alle piste, con il mezzofondista azzurro Alberto Cova che ai Mondiali 1983 vinse l’oro nei 10mila recuperando quattro posizioni negli ultimi 150 metri, accompagnato dal mitico «Cova, Cova, Covaaa!» del telecronista Paolo Rosi. Un oro mondiale nello slalom speciale valse a Gustavo Thoeni la rimonta su Pierino Gros a Saint Moritz ‘74. L’altoatesino, ottavo dopo la prima manche, riuscì a superare il piemontese che aveva fatto il miglior tempo. Tante rimonte anche sulle piste di Formula 1. Tra i protagonisti l’indimenticabile Ayrton Senna, che al Gp del Giappone 1988, rimasto fermo alla partenza, recuperò 14 posizioni per andare a vincere la gara davanti al compagno di squadra della McLaren Alain Prost e conquistando così il titolo mondiale. Kimi Raikkonen, nel 2007, vinse il Mondiale con la Ferrari, l’ultimo di Maranello, recuperando 17 lunghezze su Lewis Hamilton nelle ultime due gare (allora la vittoria valeva 10 punti).
Nel ciclismo, due italiani sono sinonimo di rimonta: Gino Bartali e Vincenzo Nibali. Il toscanaccio al Tour ‘48 si presentò sulle Alpi con 21 minuti di ritardo dal francese Louison Bobet. In due tappe recuperò il distacco, prese la maglia gialla e trionfò a Parigi. Al Giro 2016, lo Squalo dello Stretto ha recuperato il distacco sulla maglia rosa Chavez nelle ultime due tappe prima della passerella di Torino. Negli Stati Uniti, un mese fa, gli England Patriots hanno vinto il Super Bowl imponendosi 34-28 ai supplementari su Atlanta, recuperando da un apparentemente irrecuperabile -25 fino al 28 pari. Un’ altra storia negli Usa, un’altra leggenda per lo sport.