Dominique Sutton ai detenuti: «Il basket mi ha salvato la vita»
Una palla a spicchi, messa in mano a un adolescente cresciuto nei Projects di una metropoli americana, può fare miracoli. Regalando una speranza, se non proprio una carriera da professionista, a chi altrimenti correrebbe il serio rischio di essere travolto dalle cattive compagnie. «Devo essere grato alla pallacanestro, mi ha dato un’occasione per allontanarmi dalla strada: quella occasione che magari alcuni di voi non hanno mai avuto» ha confessato Dominique Sutton ai detenuti della Casa Circondariale di Trento durante un incontro organizzato nell’auditorium del Carcere di Spini di Gardolo cui l’ala bianconera ha partecipato oggi assieme a capitan Toto Forray, al presidente Luigi Longhi e a coach Maurizio Buscaglia.
«Ho un background simile al vostro, il mio passato non è tanto differente da quello che voi probabilmente avete alle spalle. Sono cresciuto nei Projects di una città del North Carolina - ha continuato Dom, rispondendo a una delle numerose domande rivolte dai detenuti, tanti dei quali di provenienza africana, ai componenti della delegazione bianconera -. Sono quartieri poverissimi destinati all’edilizia popolare dove pericoli, cattive compagnie e delinquenza sono all’ordine del giorno. Se non mi fossi appassionato al basket il mio futuro sarebbe certamente stato molto diverso. Sono stato molto fortunato».
«Sono arrivato in Italia da ragazzo con il sogno di poter diventare un giocatore di pallacanestro - ha detto invece Forray -. Il percorso che mi ha portato a realizzare questo sogno è stato lungo, pieno di difficoltà, ma grazie all’aiuto di tante persone oggi sono qui a raccontarlo. E spero che condividere questa esperienza possa regalarvi una speranza per un futuro migliore, fatto di integrazione in un nuovo paese».
«Nel basket la sconfitta, gli errori, sono parte del gioco. Se non li accetti non puoi andare avanti - ha aggiunto coach Buscaglia -. A fare la differenza, sia nella pallacanestro che nella vita, è come a questi sbagli, che tutti commettiamo, si sa reagire. Voltando pagina e provando ad imparare dai propri errori». «Lo sport insegna che stare a pensare troppo a quanto successo ieri non è tanto utile - ha ribadito il presidente Longhi, facendo eco all’assessore comunale Tiziano Uez che ha ribadito l’importanza di non smettere mai di coltivare i propri sogni -. Bisogna analizzare il passato, assumersene le responsabilità, ma poi guardare avanti. Pensare alla partita successiva, che a ciascuno tocca giocare domani, restando quanto più possibile ottimisti per mettersi nelle condizioni migliori possibili per provare a vincerla».