Ex stella Nfl condannato all'ergastolo si suicida in carcere
È finita in una cella del Massachusetts la gloriosa carriera sportiva di Aaron Hernandez, stella della NFL e dei New England Patriots. Condannato all’ergastolo nel 2015 per omicidio, Hernandez si è impiccato usando un lenzuolo attaccato alle sbarre della finestra, ha detto il portavoce del Dipartimento alle Prigioni del Massachusetts, Christopher Fallon.
Il suicidio dell’ex campione ha coinciso con la visita dei suoi compagni di squadra alla Casa Bianca per il tradizionale ricevimento celebrativo della vittoria nel Super Bowl. Alcuni giocatori hanno boicottato. «Non mi sento benvenuto», ha spiegato LeGarrette Blount unendosi a un piccolo gruppo di altri Patriots che avevano preannunciato la loro assenza all’incontro con Trump: Martellus Bennett, Devin McCourty e Chris Long.
Hernandez era stato condannato due anni fa all’ergastolo per l’omicidio nel 2013 di Odin Lloyd, un giocatore semiprofessionista di football e boyfriend della sorella della sua fidanzata Shayanna. Solo venerdì scorso l’ex atleta era stato assolto per l’assassinio nel 2012 di altri due uomini fuori da un night di Boston. Trovato colpevole di possesso illegale di armi e condannato a una pena aggiuntiva di quattro anni di prigione, l’ex campione era scoppiato in lacrime alla lettura del verdetto: Shayanna aveva portato in aula una bimba di quattro anni, la figlia della coppia.
Hernandez era cresciuto in un quartiere ghetto di Bristol, Connecticut, e non si era mai liberato dai legami con la piccola criminalità che aveva accompagnato la sua adolescenza. Reclutato 17enne dall’Università della Florida, anche in quei giorni Aaron era finito nei guai per risse e droga. I Patriots, con cui ha giocato il Super Bowl nel 2011 segnando un touch down ma perdendo 21-17 contro i NY Giants, avevano fatto la sua fortuna.
Nel 2012, dopo un primo contratto triennale, aveva rinnovato per 40 milioni di dollari. L’anno dopo la tragedia: l’assassinio dell’amico in un parco industriale di Boston era stato l’ultimo episodio in una serie di imbarazzi della NFL per comportamenti violenti dei suoi atleti, finiti in processi il più celebre dei quali è stato quello alla superstar OJ Simpson.