Gara 5, l'Aquila a Venezia per fare il colpaccio - Diretta
Una splendida Aquila Basket, in testa per quasi tutta la partita, è stata beffata nel finale di gara 5 dalla Reyer Venezia per 65-63, che dunque si porta sul 3-2 nella serie scudetto. Martedì sera, al PalaTrento, Venezia avrà il match point: vincendo gara 6, sarebbe campione d’Italia
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Dominique Sutton come Willis Reed. Nelle finali Nba del 1970 il centro dei New York Knicks si infortunò in gara 5. Saltò gara 6. Per gara 7 entrò zoppicando al Madision Square Garden di nascosto e si riscaldò all’insaputa di compagni e avversari, i Los Angeles Lakers. In campo venne accolto da un lunghissimo applauso. Saltò per la palla a due contro sua maestà Wilt Chamberlain e segnò i primi due canestri della partita, dando la necessaria carica emotiva ai compagni per riuscire a vincere partita e titolo.
Qualcosa di simile è successo venerdì sera al PalaTrento con Dom. È vero che la sua entrata sul parquet alla fine del primo quarto è avvenuta con Trento già in vantaggio e che in termini statistici l’ala di Durham ha inciso poco, ma è altrettanto certo che la sua presenza ha infuso ai compagni carica, tranquillità e fiducia.
È così?
«Sutton è stato importante» conferma il gm Salvatore Trainotti a poche ore da gara 5, di nuovo a Venezia. «Credo che abbia dato anche una sicurezza in più al pubblico. Per la squadra fondamentale è stata l’interpretazione della partita: siamo stati intelligenti, pazienti, fiduciosi di quello che siamo. E dunque convinti fino alla fine di poterla vincere».
La squadra sembrava più tranquilla e sicura dei propri mezzi rispetto a gara 3.
«Non abbiamo avuto fretta, ma abbiamo giocato senza ansia».
Tanto è vero che, anche se i minuti in campo per i giocatori bianconeri sono stati all’incirca quelli di 48 ore prima, alla fine sembrava tutti meno stanchi.
«Siamo riusciti a giocare in controllo. Sembra paradossale per una squadra che fa dell’atletismo e dell’intensità il proprio punto di forza, però l’abilità di mettere insieme questi due aspetti sarà, per noi, una delle chiavi per vincere la serie».
Rispetto a gara 2 e a gara 3 Venezia è sembrata più passiva e meno reattiva in difesa.
«Quando giochi le finali pensi che l’avversario farà la migliore partita possibile. Noi ci aspettiamo questo e immaginiamo che loro riprenderanno a giocare come nelle gare precedenti, ma la nostra ambizione rimane quella di fare al meglio delle nostre possibilità».
Con la serie sul 2 a 2, stasera nell’inferno del Taliercio sia l’Umana Venezia che la Dolomiti Energia avranno la possibilità di guadagnarsi il primo match point per poi chiudere la serie in gara 6 al PalaTrento e conquistare lo scudetto.
L’Aquila è partita nel pomeriggio di ieri per Mestre dopo una mattinata di riposo, sedute di terapia e massaggi svolte presso il Centro Kinesi e un confronto video sulla partita vinta venerdì sera. «La chiave di gara 4 è stata l’intensità, l’energia e il livello di sacrificio che tutti noi siamo riusciti a mettere in campo» analizza Dustin Hogue prima di salire sul pullman. L’Mvp del match rivela lo stato d’animo della squadra prima di entrare in campo venerdì sera: «Abbiamo affrontato il match come se fosse una gara 7, perché sapevamo che da 1-3 ribaltare una serie è quasi impossibile. La spinta emotiva che ci è derivata dal sentirci un po’ con le spalle al muro, unita al supporto di questo fantastico pubblico, ci hanno permesso di giocare con grande aggressività e riuscire a riportare in parità la serie».
Ora si torna a Venezia, in cui oltre ad una squadra tosta e desiderosa di rivincita ci sarà da affrontare anche il caldo torrido dentro al palazzetto. «Ci aspetta una gara difficilissima - concorda il 25enne di Yonkers -, ma credo che il nostro atteggiamento non debba cambiare. Dovremo scendere sul parquet come se fossimo di fronte a gara 7, anche perché sappiamo che per finire questa cavalcata dovremo tornare a vincere a Venezia, e vogliamo provare a farlo subito».
Che tipo di gara sarà? «Dura, intensa, ci sarà da lottare su tutti i palloni». Il terreno prediletto della Dolomiti Energia.