L'America's Cup torna in Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda si risiede sul trono della vela mondiale, conquistando dopo 17 anni l’America's cup ai danni del «defender» Oracle. L’Italia torna in ballo nel prestigioso trofeo con Luna Rossa nella qualità di sfidante ufficiale, dopo la clamorosa rinuncia del patron Patrizio Bertelli alla 35/a coppa, con l’accusa diretta a Oracle di avere «cambiato in corsa» le regole del gioco. E, proprio Oracle, dopo avere riportato la coppa negli States nel 2010, a colpi di carta bollata e al termine di un uno-contro-uno senza gloria contro Alinghi a Valencia cercava il terzo successo consecutivo. Il team di Larry Ellison si era infatti ripetuto nel 2013, nella baia di San Francisco, in una finale all’ultimo respiro contro i «kiwi», che in vantaggio 8-1 sono riusciti a subire una rimonta impossibile fino al 8-9 finale.
A tre anni da quel clamoroso successo, i neozelandesi guidati da quel fenomeno che risponde al nome di Peter Burling (oro olimpico a Rio l’anno scorso nella classe 49er), si sono rifatti con gli interessi, umiliando il ‘defender’ con un 7-1 che non ammette repliche, come ha ammesso lo stesso timoniere dell’equipaggio a stelle e strisce, James Spithill, ancora sotto choc per le sberle subite. New Zealand ha dominato nel mare delle isole Bermuda, annullando il -1 di partenza (Oracle aveva vinto i Round Robin) e presentando un catamarano da 50 piedi di altissimo profilo competitivo, praticamente inavvicinabile, in grado di volare sulle onde con un vento a 8-10 nodi.
C’è tanta Italia in questo trionfo dell’America’s cup, da Max Sirena - ex timoniere di Luna Rossa - al team principal Matteo De Nora, ma ce ne sono tanti altri che, a vario titolo, hanno firmato questo straordinario successo.
E adesso si cambia, con la sfida ufficiale di Luna Rossa e di Patrizio Bertelli, lanciata sotto il guidone del Circolo della vela Sicilia di Palermo presieduta da Agostino Randazzo; si ipotizza anche un possibile ritorno di Vincenzo Onorato, capo di Mascalzone Latino e, soprattutto, di un altro armatore di sangue italiano: Ernesto Bertarelli, il padre di Alinghi, che di coppe ne ha vinte due e che dovrebbe ricominciare a sognare l’America’s cup. Anche al commodoro di Azzurra - primo team italiano sfidante di Coppa America, nell’83 -, Riccardo Bonadeo, è balenata l’idea di una possibile sfida. Dove eravamo rimasti?