Thomas Ravelli, il mitico portiere con origini trentine
Thomas Ravelli, oggi 58enne, è il portiere che eliminò gli azzurri dall’Europeo dell’84. Il Corriere della Sera lo ha intervistato e lo ha definito lo svedese del Trentino: con quel cognome italiano, la calvizie incipiente e uno stile sgraziato ma spesso efficace - scrive il giornale nazionale - Ravelli, 143 volte titolare e sul podio ai Mondiali del ‘94 con il suo talento para-rigori, è un’icona del football vichingo: «Ricordo bene mia nonna, che era di Bolzano e le sue indimenticabili colazioni. Mio nonno Cesare era di Mezzana, un piccolo villaggio vicino a Madonna di Campiglio. Dopo la prima guerra mondiale si trasferì in Tirolo, a Sillian. Da lì poi si trasferì in Svezia nel 1955. In Italia ho ancora dei cugini e a Mezzana sono tornato tre anni fa per un reality. Adesso le mie radici mi interessano molto di più».
Poi Ravelli ricorda che «L’Italia è la bestia nera della Svezia. E Gianluca Vialli è la mia. Al S. Paolo mi fece due gol incredibili. Davanti aveva un portiere di 28 anni che faceva anche il rappresentante di spazzole industriali, poi alle 15 andavo ad allenarmi. Comunque nell’84 facemmo fuori i campioni del mondo nelle qualificazioni dell’84: 3-0 e 2-0 contro il mio idolo Zoff. La mia Svezia vi ha fatto soffrire e lo farà anche stavolta».
Nel 2004 poi Ravelli era a Venezia in vacanza quando ci fu il celebre “biscotto” tra Svezia e Danimarca: «Mi guardai bene dal dire che ero svedese e ancora i tifosi sono arrabbiati a quel ricordo». Nel 2006 vinse l’Italia di Conte all’Europeo 2016. «Senza Ibra non abbiamo nessun nome noto, voi avete Gigi Buffon che è come un padre. Farà il record del sesto mondiale in Russia? Non credo perché lo spareggio lo vincerà la Svezia, al quale manca un Mondiale dal 2006. Il nuovo ct Andersson mi ricorda Svensson che ci portò sul podio nel ‘94. Il portiere Olsen è il nostro giocatore più talentuoso. Dovrà superarsi, tanto Baggio, Altobelli, Vialli e Paolo Rossi non ci sono più».