Pistorius, pena inasprita in appello
Inasprita la pena per l'atleta paralimpico Oscar Pistorius. Con una sentenza a dir poco sorprendente la suprema Corte di appello sudafricana di Bloemfontein ha ieri inflitto 13 anni e cinque mesi di carcere all'ex atleta per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, una splendida modella sudafricana, avvenuto oltre quattro anni e mezzo fa. In primo grado il "Blade Runner" era stato condannato a sei anni (erano cinque in prima istanza, con l'accusa trasformata da omicidio colposo a volontario con attenuanti). La condizionale nei suoi confronti non scatterà prima del 2023, quando avrà scontato almeno metà della sua nuova pena.
Un verdetto che può placare, almeno in parte, il dolore dei genitori della modella uccisa che «sentono che è stata fatta giustizia. Adesso Reeva può riposare in pace», ha detto l'avvocato Tania Koen, legale dei familiari della fidanzata. La famiglia Steenkamp ha assistito al verdetto della corte d'appello in tv, visibilmente "commossa", ha aggiunto il legale.
Continua dunque con nuovi colpi di scena la saga del disabile prima amato da mezzo mondo per il coraggio e la determinazione con cui aveva affrontato da pari a pari atleti "normodotati" ai mondiali e alle Olimpiadi e poi odiato per il barbaro omicidio della fidanzata.
Alla sentenza di ieri non era presente Pistorius. Condannandolo a 13 anni e 5 mesi i giudici hanno accolto il ricorso della pubblica accusa convinti che la sentenza di primo grado fosse troppo lieve. È la seconda volta che la procura presenta ricorso sul caso.
Il primo venne presentato contro la sentenza che nell'ottobre del 2014 aveva condannato il velocista a cinque anni di carcere per omicidio colposo, stabilendo che Oscar non aveva intenzione di uccidere la sua vittima. Nel dicembre del 2015 il tribunale supremo d'appello decide dunque di annullare la prima sentenza e dichiara Pistorius colpevole di omicidio volontario.
L'ex campione a quel punto torna davanti ai giudici di Pretoria il 6 luglio del 2016 e gli vengono inflitti sei anni. E sono proprio quei sei anni che fanno scattare il secondo ricorso della procura fino alla sentenza odierna.
La vicenda ha messo a rumore il mondo intero. Era la notte di San Valentino del 2013 quando si consuma il dramma. L'ex velocista sudafricano uccide la fidanzata sparandole quattro colpi attraverso la porta del bagno della villa dove i due abitavano.
Per la bellissima Reeva non c'è nulla da fare. La donna, viene trovata senza vita in un lago di sangue. Pistorius ha sempre sostenuto di avere aperto il fuoco pensando che la Steenkamp fosse un ladro entrato dalla finestra per compiere una rapina. Per l'accusa invece il velocista sapeva che dietro la porta c'era la sua ragazza.