Psg, flop da un miliardo e paura fuga Neymar
Un altro anno da buttare. Il Psg esce per l’ennesima volta con le ossa rotte dalla Champions e, paradossalmente, dopo una figuraccia ben peggiore di quella di un anno fa. Quella fu un’eliminazione che brucia ancora, al termine di una partita incredibile e per certi versi «stregata» (anche per gli errori arbitrali), questa invece è destinata a lasciare il segno e, soprattutto, ha certificato la reale inferiorità nei confronti delle grandi d’Europa.
Il Psg dovrà ripartire da zero, senza più Unay Enery in panchina (oggi sia L’Equipe che Le Parisien gli hanno dato il benservito) e con un timoniere più consono ai grandi palcoscenici: Conte, Allegri, Pochettino, Ancelotti, L.Enrique i nomi più accreditati, con il tecnico asturiano che, a detta di molti, potrebbe rappresentare la migliore garanzia per trattenere «O Ney» a Parigi avendolo già allenato al Barca. Che sia reale il rischio di vederlo partire solo 12 mesi dopo il suo trionfale arrivo sotto la Torre Eiffel lo ha certificato anche il suo compagno di squadra Marquinhos: «Gli chiedo di rimanere - gli ha mandato a dire il brasiliano - Ci vuole tempo perchè si affinino gli automatismi, per poter maturare come squadra».
Sarà, ma senza sicurezza Champions, vero trampolino verso il Pallone d’Oro, sarà difficile trattenere il n.10 brasiliano a Parigi.
Neymar o non Neymar, è certo che a Parigi partirà l’ennesima rivoluzione, anche se stavolta non a nove cifre: in molti se ne andranno perchè ormai a fine ciclo (T.Motta, T.Silva, D.Alves), altri lo chiederanno visto lo scarso minutaggio (Pastore, Di Maria, Draxler) o i cattivi rapporti di spogliatoio (Cavani).
Poi c’è l’enigma Verratti, che ogniqualvolta si alza l’asticella mostra i suoi limiti. Ma tutto, inevitabilmente, ruoterà intorno all’uomo chiave, al giocatore simbolo (e non solo in senso calcistico) sul quale il Psg ha investito una fortuna (oltre mezzo miliardo tra clausola, ingaggio e maxi commissioni).
I numeri parlano chiaro: in 6 anni di Champions sono arrivati 4 ko ai quarti e 2 agli ottavi; ogniqualvolta i parigini si sono confrontati con le big - 3 volte con il Barcellona, poi Chelsea, City e Real - sono stati schiaffoni. Dal 2011, da quando cioè la proprietà è passata alla Qatar Sports Investments, il presidente Al Khelaifi ha speso qualcosa come 1,1 miliardi per rinforzare la squadra e portarla ai livelli top, poco meno di 500 milioni solo l’estate scorsa per acquistare Neymar e Mbappè. Soldi buttati al vento nel leggere il risultato di ieri, anche se con l’alibi dell’ assenza della stella brasiliana, e vedendo la pessima figura d’insieme messa in mostra dalla formazione parigina. Che anche quest’anno vincerà senza patemi l’ennesima Ligue1 (ha 14 punti di vantaggio sulla seconda a 10 giornate dal termine), la quinta negli ultimi sei anni, l’ennesima Coppa di Francia (ha vinto le ultime tre), ma che si trasformeranno inevitabilmente in palliativi davanti all’ossessione Champions che anche quest’anno è rimasta una chimera.
Una cosa è certa e la storia del calcio l’ha ricordata amaramente ieri sera al Psg: tanti soldi non fanno la felicità (anche sportiva) e mettere insieme tante e costose figurine non sarà mai sinonimo di vittoria.