Shavon Shields carica l'Aquila: «Playoff da battaglia, noi ci saremo»
Se c’è uno sport in cui i numeri contano qualcosa, quello è il basket. Basta allora dare un’occhiata alle cifre (è passato dai 10,6 punti di media delle prime 18 partite ai 16,6 delle ultime 7; da 2,9 rimbalzi a 4,8; da 1,8 assist a 4,3) per capire quanto la crescita tecnica di Shavon Shields sia il combustibile che nell’ultimo paio di mesi ha permesso all’Aquila di spiccare il volo. Da quando Buscaglia gli ha dato le chiavi dell’attacco bianconero le sue cifre sono incrementate di molto e - anche se lui, modesto qual è, non lo vuole ammettere - è migliorato anche il gioco di squadra.
Il 23enne Shavon da Overland Park, Kansas, è stata l’ultima scoperta di Salvatore Trainotti ed è destinato ad una carriera di alto livello, almeno in Europa. Non raggiungerà probabilmente le vette di fama (e di conto in banca) di babbo Will (inserito nella Hall of fame del football dopo 13 anni con i Kansas City Chiefs e una lunghissima serie di record battuti), ma ha un margine di sviluppo davvero notevole. Anche perché - al confronto di altri ragazzi che dopo qualche successo a 20 anni si sentono già arrivati - lui ha una grande etica del lavoro e del miglioramento continuo. Del resto, buon sangue non mente.
Rispetto ad inizio anno è aumentato il numero dei suoi tiri e delle sue azioni personali. Giusto dire che lei è diventata la prima opzione d’attacco di Trento?
«No, non direi. Di fatto, da quando sono arrivato a Trento lo scorso anno, il mio ruolo non è mai cambiato: quello che mi si chiede è di fare tutto il necessario per far vincere la squadra, di seguire le indicazioni del coach cercando di mettere in luce le mie qualità e aiutare i compagni a fare altrettanto».
Lei è persona riservata e quasi timida, ma l’altra sera nel confronto con Suggs ha dimostrato carattere rispondendo a tono alle continue provocazioni. Ora si sente uno dei leader dei bianconeri?
«Voglio solo continuare a crescere e ad avere un impatto positivo sulla squadra. Cerco di vivere ogni partita con la giusta intensità e il giusto carattere».
Per diventare giocatore da Eurolega dove ritiene di dover migliorare ancora? La Nba è nei suoi obiettivi?
«Per alzare il livello delle mie prestazioni esiste solo un modo: lavorare giorno dopo giorno, crescere con l’esperienza, imparare qualcosa da ogni allenamento, ogni partita, ogni occasione. Con il tempo vedremo a quali risultati porterà il duro lavoro. L’unica cosa su cui sono concentrato è essere il miglior giocatore di basket possibile. So di avere tanto da dare, e di avere anche margini per crescere».
Rispetto alle prestazioni a corrente alternata della squadra ad inizio anno cosa è cambiato? Questione di mentalità, affiatamento o solo di allenamento?
«Abbiamo senso di urgenza, perché vogliamo arrivare a giocare i playoff. E poi siamo cresciuti in termini di continuità di rendimento: ora vogliamo raggiungere la post season, farlo con il miglior piazzamento possibile e poi continuare ad avere qualità ed energia fisica, tecnica e mentale per giocarci al meglio le nostre carte. Tenendo alto il nostro livello di concentrazione e fiducia, allora potremmo davvero provare a ripetere i grandi risultati della scorsa stagione. Ad inizio stagione ci mancava continuità di rendimento, ora abbiamo sistemato alcune cose e questo è il miglior momento possibile per farlo».
In ottica playoff quale squadra teme di più? Se la stagione finisse oggi, ai quarti di finale sareste accoppiati con Avellino che potrebbe mettervi in difficoltà con la stazza dei suoi lunghi. Che ne pensa?
«Troppo presto per dirlo. Credo che tutti gli otto team che accederanno ai playoff saranno buone squadre, difficili da battere e pronte a dare battaglia su ogni campo. Noi vogliamo esserci, quale sarà il nostro avversario conta poco: daremo il massimo a prescindere da chi ci troveremo di fronte».
Diversi tifosi di Trento, quelli che hanno più dimestichezza con gli sport americani, football in particolare, sono ansiosi di conoscere suo padre. Lo vedremo a Trento prima di fine stagione?
«Sì, sarà qui a Trento assieme a mia madre per qualche giorno durante le ultime settimane di regular season, dopo la trasferta di Torino».