Che spettacolo questa sera: Belgio e Brasile per la semifinale

Allarme rosso per il Brasile. Quello di oggi a Kazan contro il Belgio è l'appuntamento-chiave di questo Mondiale arrivato ai quarti di finale. Il collaudato sistema difensivo di Tite, frutto anche dell'ottimo lavoro del suo assistente Sylvinho (che ha lavorato in Italia con Roberto Mancini), dovrà essere capace di sostenere l'urto dei diavoli rossi, finora la nazionale più prolifica di questo torneo con 12 reti in 4 partite. Rispecchia in pieno l'andamento di questa selezione da quando alla sua guida c'è l'accoppiata Roberto Martinez-Thierry Henry: 24 gol in 76 incontri, alla media di 3,1.

Ma c'è da aggiungere che i belgi, come si è visto contro il Giappone, evidenziano anche una certa fragilità difensiva ed è proprio qui che il Brasile, sempre più grande favorito di questo Mondiale, deve fare la differenza. Contro una rivale, sarà bene ricordarlo, che finora ha sempre vinto e che, secondo Tite, «ha un grande potere creativo, è forte, ha qualità e un grande tecnico» Per vincere questa partita che, per il ct, sarà all'insegna del «futebol bonito», ci vorrà quindi anche l'estro tipico del calcio brasiliano, e il lavoro del tecnico in questi giorni, come spiega lui stesso alla vigilia, è stato quello di «incentivare la magia». «Da parte nostra ci vuole creatività - spiega Tite -, dovremo tirare fuori quel repertorio di giocate che ti portano a fare gol. Servono certe doti, come la capacità di dribblare e per fortuna noi abbiamo tanta gente, come Douglas Costa, Neymar, Gabriel Jesus, Taison, Coutinho, Willian, che hanno questa caratteristica. Il mio lavoro è di organizzare una struttura di gioco, alla parte finale devono pensare loro». Ma Neymar risentirà di tutte le critiche ha ricevuto? L'emittente svizzera Rts Sport ha calcolato il tempo passato dal numero 10 a rotolarsi sui campi russi dall'inizio del Mondiale: 13 minuti e 50 secondi.

Che ne dice Tite? «Su Neymar dicano ciò che vogliono - risponde -, io la mia l'ho già detta. Ora a me interessa che continui a esprimersi ad altissimi livelli. Quando lui convoglia le sue energie sul campo, diventa imprendibile. È talmente veloce che non lo vedono». Nessun mistero sulla formazione: rientra Marcelo al posto di Filipe Luis mentre al posto dello squalificato Casemiro giocherà Fernandinho. Come al solito, anche a Kazan la Selecao ha moltissimi tifosi al seguito, che hanno riservato ai giocatori un'accoglienza calorosa. Fra loro anche il folto gruppo dei familiari dei componenti della Selecao. Fra loro c'è la 52enne Marlene Costa, madre dello juventino Douglas, che è anche pastore di una chiesa evangelica. Così Donna Marlene ha riunito molte fra mogli, genitori e parenti vari dei giocatori per una sessione di preghiere durata più di due ore. Un Mondiale si vince anche così, e poi si sa che il calcio in Brasile è anche religione.


Cosa succede quando una forza inarrestabile si scontra con un reparto imperforabile? Lo si vedrà oggi, quando il Belgio sfiderà il Brasile nella Kazan Arena per conquistare un posto in semifinale. Con i suoi 12 gol, il Belgio di Roberto Martinez , dato in corsa per la panchina della Spagna («ma io non ne so niente, e questa voce mi sorprende»), ha il miglior attacco del torneo mentre i brasiliani sono i più forti in difesa: hanno concesso una sola rete finora, alla pari con l'Uruguay. Uno scontro tra titani insomma o, come ha detto il ct del Belgio Martinez «la partita dei sogni».
Siamo orgogliosi di poter giocare questa partita. Non vediamo l'ora di vedere il Brasile di fronte a noi», ha detto il ct alla vigilia del match di Kazan. La «generazione d'oro» di Martinez arriva al faccia a faccia con il Brasile con la fiducia di una nazionale imbattuta negli ultimi due anni, al punto che, in patria, c'è chi considera Lukaku, Hazard, De Bruyne giocatori dal talento non inferiore a quello di Neymar. Una battuta a questo proposito la concede proprio Martinez, che indica uno dei suoi che potrebbe risultare decisivo. «De Bruyne è diventato un vero leader per il Belgio - ha sottolineato - ed è essenziale per le nostre opportunità di vincere la Coppa del Mondo. La sua importanza nella nostra squadra è stata sottovalutata, forse perchè quando gioca nel suo club sforna una marea di assist e di gol e quindi è più facile dare risalto alle sue prestazioni».
Insomma, fra Brasile e Belgio, l'unica differenza potrebbe essere quella psicologica. «La differenza principale è che noi non abbiamo mai vinto un Mondiale - ha detto Martinez -. A parte il talento e la tattica, i brasiliani hanno la mentalità di chi sa cosa vuol dire vincere i Mondiali, noi ancora no».
Quindi, solo una «performance completa» da parte del Belgio potrebbe compensare lo svantaggio psicologico. «La più grande forza della nostra squadra è attaccare in molti modi, e usare i giocatori in modo diverso», ha spiegato il ct.
Dopo le schiaccianti vittorie contro Tunisia e Panama, il Belgio ha continuato a vincere battendo l'Inghilterra e quindi scegliendo il cammino più difficile: quello che passa per il Brasile. Ma l'avanzata dei belgi ha rischiato di arrestarsi agli ottavi contro il Giappone, in vantaggio per 2-0 a secondo tempo inoltrato. In quell'occasione, i Diavoli Rossi hanno dato prova di grande sangue freddo, orchestrando una rimonta pazzesca firmata dai gol di Vertonghen, Fellaini e Chadli. «Non molte squadre possono fare quello che abbiamo fatto con il Giappone, c'è qualcosa di speciale nella nostra squadra», ha sottolineato un fiducioso MarCitinez. Ora però non saranno ammesse distrazioni come quelle avute contro i Samurai. «Sappiamo perchè siamo qui - ha concluso -. Negli ultimi due anni ci siamo preparati per una partita così. In campo saremo noi stessi. Siamo pronti».

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