«Fuori le donne dalla curva» Polemica sugli ultras della Lazio
Le donne non prima della decima fila della Curva Nord, perchè la curva è un «luogo sacro» ed è vissuta dagli uomini come «una trincea». I concetti contenuti nel volantino diffuso ieri dal sedicente «Direttivo Diabolik Pluto» della Curva della Lazio provocano le prime reazioni.
Tra indignazione, indifferenza e qualche voce fuori dal coro.
Intanto la Lazio, attraverso il suo portavoce Arturo Diaconale, prende le distanze e chiarisce: «Non ne sapevamo nulla, si tratta di un’iniziativa autonoma da parte della tifoseria della Nord. Non è la posizione della società, noi siamo contro ogni discriminazione», specifica all’Ansa Diaconale, rilevando come sia «difficile» ostacolare simili iniziative definite «politicamente scorrette».
Sui social c’è chi ricorda quando all’allora candidata alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, fu concesso di seguire la partita in Curva Nord addirittura a cavalcioni dalla vetrata adiacente alla pista atletica in compagnia di Mauro Zarate, parlando di «cattiva memoria». Mentre il noto telecronista Sandro Piccinini, inviato a Londra twitta: «Ai tifosi della curva nord laziale che non vogliono donne nelle prime file segnalo questa mamma che porta allo stadio il figlio tifoso del Chelsea. Maglia ufficiale e nome sulla schiena. In prima fila ci metterei solo lei».
«Anche il sessismo è violenza: chi ha scritto quel volantino dovrebbe essere escluso dagli stadi», il messaggio via sociale di Carolina Morace, ex centravanti dell’Italia donne e ora tecnico del Milan. Tra le tifose, c’è chi invece va controcorrente e parla di «cavolata tra amici». Manila Nazzaro, Miss Italia ‘99 e conduttrice televisiva, nonché tifosissima biancoceleste, parlando con l’Ansa dice: «non ho letto un’accezione negativa di questa cosa - il suo pensiero - Ci sono alcuni ambienti che restano prettamente maschili e che gli uomini amano condividere con gli uomini, come altri in cui le donne amano condividere con le donne».
Secondo Nazzaro, la curva «e quegli elementi - aggiunge - vivono quel momento in maniera quasi sacra. Regole di branco ci sono in tutte le tifoserie, non solo in quella laziale. Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Sono a favore delle donne e dell’uguaglianza, ma nell’ideale collettivo la curva è prettamente maschile. Quando ci sono stati episodi veramente brutti come gli adesivi di Anna Frank io sono stata la prima a stigmatizzare. Stavolta prendiamola in maniera più leggera».
La vicenda andrà all’attenzione della Procura Figc, che sulla base delle notizie stampa potrà valutare se aprire un fascicolo per violazione dell’articolo 11 del Codice di giustizia sportiva che ritiene «sanzionabile quale illecito disciplinare» qualsiasi atto rechi «offesa, denigrazione o insulto» anche per motivi di sesso.