Motociclismo, Fenati chiede scusa ma non serve Doppio licenziamento dopo il folle gesto
Scaricato dal suo team ("da questo momento non parteciperà mai più ad una gara con il Marinelli Snipers Team") e dalla MV Agusta, quella che nella prossima stagione sarebbe dovuta diventare la sua nuova squadra, Romano Fenati racconta la sua versione dei fatti dopo il fattaccio di Misano.
"Chiedo scusa a tutto il mondo sportivo - ha scritto il pilota sul suo sito ufficiale - Questa mattina, a mente lucida, avrei voluto che fosse stato solo un brutto sogno. Penso e ripenso a quei momenti, ho fatto un gesto inqualificabile, non sono stato un uomo!". Fenati ammette quindi la responsabilità nel gesto folle a Misano e chiede scusa. "Le critiche sono corrette e comprendo l'astio nei miei confronti - aggiunge il pilota -. È uscita un'immagine di me e dello sport tutto, orribile. Io non sono cosí, chi mi conosce bene lo sa".
Il pilota aveva provato subito a scusarsi: "Ho sbagliato, ma considerate il momento: ad un certo punto ci siamo toccati e Manzi mi ha portato fuori pista. Lo so, non è una giustificazione. Però non è giusto, quando certi piloti corrono senza preoccuparsi degli altri e gli rovinano le gare. E' vero, la mia reazione non è stata una bella mossa. E' stato un gesto pericoloso, per me e per lui. Non ci sono scuse, ma cercate di capirmi". E' stato un errore, però Stefano Manzi mi ha provocato". A difenderlo c'è solo la mamma: ''Mio figlio è stato provocato, ma poi devo ammettere che il suo gesto è stato sbagliato. "Ciò che mi rattrista - ha detto Sabrina Fenati al Resto del Carlino - è il fatto che ci siano arrivate delle minacce di morte. Anzi, qualcuno ha scritto addirittura delle offese alla sua ragazza. Tanti ascolani hanno attaccato Romano e, nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che generalmente si comportano peggio di lui. Chi critica questo ragazzo non sa che alle sue spalle c'è una famiglia e che lui è molto buono".
Il 22enne pilota ascolano, che domenica nella gara di Moto2 ha cercato di 'pinzare' i freni dell'avversario a 217 kmh, lo aveva già detto a quelli della Direzione Gara, che dopo la corsa lo aveva convocato insieme a Stefano, 19enne romagnolo. In qualche modo i giudici gli hanno dato ragione, perché le 2 giornate di squalifica appaiono una punizione tutto sommato lieve e che ha senz'altro tenuto conto di alcune "attenuanti". Manzi è stato punito a sua volta: tra 2 settimane ad Aragon perderà 6 posizioni nella griglia di partenza ("Non è giusto, io non sono uno scorretto", si lamenta Stefano. "Quello ha cercato di ammazzarmi, ha persino esultato quando il giro seguente sono caduto"), ma tutti nel motomondiale si chiedono come sia riuscito a restare in equilibrio: Fenati ha esercitato una pressione sui freni dell'avversario di 20 bar, quando in quel punto si frena mediamente a 9.
Sul folle gesto di Romano Fenati interviene il Codacons che, in una nota, ha fatto sapere di avere "inviato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Rimini affinché indaghi su quanto avvenuto ieri quando il pilota, durante la gara della Moto2, ha colpito la leva del freno anteriore di Stefano Manzi, facendo sbandare pericolosamente la moto dell'avversario ad oltre 200 chilometri orari". "Si tratta di un gesto gravissimo -scrive il Codacons- che senza dubbio esce dal campo prettamente sportivo ed entra in quello penale. Aver premuto il freno di un avversario quando la moto procedeva a velocità così sostenuta, può equivalere a voler deliberatamente mettere in pericolo la vita altrui, senza contare il cattivo esempio dato a milioni di giovani che seguono le gare motociclistiche".