Torino ha una marcia in più Supercoppa, Aquila stoppata
Ha ancora troppi sbalzi di tensione questa Dolomiti Energia. La Fiat Torino, al contrario, ha una marcia più regolare e le bastano un paio di «sgasate» per conquistare vittoria e diritto a disputare questo pomeriggio la finale per la Supercoppa contro l’Ax Milano. È una sconfitta anche più pesante di quanto non dica il punteggio quella subita ieri dall’Aquila nel nuovo palazzetto di Brescia, perché Trento è principalmente mancata in quello che in teoria dovrebbe essere il suo fondamentale migliore: la difesa.
Bassa velocità nella transizione, poca attenzione nell’aiuto, debole intensità nel cercare di mettere pressione ai gialloblù: difendendo così si va poco lontano nel basket moderno. Le difficoltà nella propria metà campo per la squadra di Buscaglia si traducono quasi automaticamente in un attacco lento e prevedibile in cui non vede circolazione di palla ma troppi «tiri della disperazione» sulla sirena dei 24” (con relativo bagno di sangue nelle percentuali).
Il fatto positivo è che si tratta solo della prima partita ufficiale della stagione (per quanto importante) e che tempo per migliorare mentalità e coesione di squadra ce n’è. L’altro elemento che fa sperare è che negli sprazzi in cui Trento è stata più solida in difesa e veloce in attacco è riuscita a fare paura a Torino. Quei momenti, però, ieri non sono bastati ed oggi sarà la Fiat a giocarsi il primo trofeo della stagione.
Che sia una partita di inizio stagione lo si intravvede fin dalle prime azioni quando sul campo si nota tanta imprecisione e squadre piuttosto imballate. La prima a sciogliersi un po’ è Torino con Taylor e Wilson, cui rispondono Hogue e Flaccadori.
Il cambio di ritmo lo dà Poeta con due palle recuperate che valgono 4 punti in contropiede. Sul 16-9 Buscaglia è costretto a chiamare time-out. Trento gioca troppo scolastica e - strano a dirlo per chi si ricorda la squadra dell’anno scorso – subisce l’atletismo dei piemontesi che spingono la squadra di Buscaglia a 6 palle perse nei primi 10 minuti. Gli attacchi al ferro di Poeta e Cotton dalla punta squarciano la difesa dei piccoli bianconeri e senza aiuto dei lunghi la via del canestro è spianata ogni volta. A cavallo dei primi due quarti il black-out totale della Dolomiti Energia provoca un 13-3 che condiziona il resto del quarto.
Nemmeno i 7 punti consecutivi di Forray (26-19) riescono del tutto a nascondere l’inefficacia di Devyn Marble, spettatore non pagante dell’incontro. L’unico altro bianconero a combinare qualcosa in attacco è Flaccadori con un paio di tiri piazzati, ma quando gli altri sparano a salve (3/17 da tre nei primi 20’) è difficile pensare di aprire una difesa che, al contrario, collassa molto bene in area quando la palla finisce ai vari Jovanovic e Mezzanotte. Così, spinta da un Tekele Cotton già a 14 punti alla pausa, Torino scappa in un paio di occasioni a +12, arrivando all’intervallo con 10 punti di vantaggio (40-30).
Al ritorno in campo la Dolomiti Energia sembra più tonica, ma il rientro a -5, frutto un canestro di testardaggine di Hogue e di una tripla di Marble, è solo un’illusione momentanea perché 4 (dicesi quattro!) contropiedi consecutivi di Torino ammazzano di nuovo la partita (50-37). Contropiedi – detto per inciso – tutti figli di attacchi poco convinti di Trento contro cui la difesa gialloblù va a nozze. Buscaglia è costretto al time-out e a richiamare in panca uno spento Radicevic per Forray. L’idea è buona e produce un 9-0 in cui il protagonista principe è il baby Mezzanotte.
Ma è soprattutto la difesa ad aver aumentato i giri: il 15-22 del quarto riporta Trento in partita alla penultima sirena (55-52).
Nel bene e nel male James McAdoo è protagonista dell’inizio ultimo quarto: prima segna 6 punti di fila, poi si fa fischiare il tecnico che lo costringe a sedersi in panchina per il quinto fallo. Con i tre liberi conseguenti Trento arriva a -3: il momento in cui l’Aquila è solita lanciarsi in picchiata sugli avversari per finirli. Stavolta, però, il giochetto non funziona: senza un motivo specifico Trento perde il filo del discorso mostrandosi molle in attacco e lenta in difesa. In due giri di lancette Torino piazza un parziale di 11-2 e trova di nuovo il +12 (72-60). Mancano meno di 5 minuti alla fine, ma di fatto la partita termina qui perché Trento, nonostante i cambi di Buscaglia, non ritrova più la luce. Anzi, nemmeno ci prova. Mercoledì c’è il debutto in Eurocup in casa contro il Partizan: in mezzo c’è tanto lavoro da fare.