Assist di Lasagna e gol di Biraghi, l'Italia evita la serie B
Bentornata Italia. Dopo oltre un anno senza vittorie in partite ufficiali, la nazionale ritrova il successo pieno - 1-0 in casa della Polonia - e soprattutto gioco e sorriso. Alla vigilia della visita al Quirinale da Mattarella per celebrare i 120 anni della Figc, la nazionale di Mancini festeggia il risultato che le evita la retrocessione nella serie B della Nations League. E lo fa con una prestazione brillante in casa di una nazionale di spessore, macchiata per novantadue minuti da troppi errori sottoporta ma premiata al 93' dal primo gol azzurro di Biraghi, che lo dedicherà ad Astori.
È una scommessa vinta da Mancini, non solo perchè l'autore del gol che infrange il tabù vittoria è scelta netta del ct. Il tecnico ha rischiato confermando un'Italia con tre attaccanti, ma senza centravanti, e ha stupito quando dovendo mettere peso al centro dell'attacco invece di Immobile ha spedito dentro Lasagna. Che poi la spizzata di testa per il tap in insperato di Biraghi sia stato proprio della punta dell'Udinese, è coincidenza fortunata e poco più.
L'1-0 condanna una Polonia dominata (sette le occasioni sprecate dagli azzurri) alla B e lascia all'Italia ancora una chance di vincere il girone: se la giocherà il 17 novembre a San Siro, contro il Portogallo, a meno di ripensamenti ancora privo di Ronaldo. E se l'Italia sarà la stessa di stasera, magari più concreta, pensare che da Chorzow sia cominciata una nuova era azzurra è davvero possibile.
A Chorzow, Mancini sceglie di confermare il modulo senza centravanti provato contro l'Ucraina: la risposta è brillante come nel primo tempo di Genova. Il movimento di Insigne, Chiesa e Bernardeschi sulle fasce mette in crisi la difesa della Polonia, incapace di ripartire per innescare la coppia di centravanti Milik-Lewandoski (con Piatek in panchina, per contrappasso alla crisi del gol azzurra). Barella è meno lucido di mercoledì, ma dinamismo e palleggio del centrocampo azzurro fanno da cerniera e rilanciano di continuo l'azione. E infatti il primo tempo scorre con una sequenza di occasioni azzurre.
Sfortuna, imprecisioni, mancati inserimenti da dietro e parate di Sczeszny, tanti i motivi del risultato che non si sblocca.
La traversa trema sulla botta di Jorginho dopo soli 2', è il rumore di un primo tempo tutto all'attacco. All'8' Insigne spreca la palla in area alzando il pallonetto invece di battere forte, poi la botta di Florenzi (12') è respinta da un difensore. Anche Bernardeschi ci mette imprecisione, quando al 24' strozza fuori il sinistro in area su assist di Chiesa e alla mezzora esatta è ancora la traversa a fermare l'Italia, stavolta su botta di Insigne. La Polonia nel frattempo tenta a fatica qualche contropiede, è il momento della partita in cui si susseguono palle gol: Chiesa sfiora di testa solo in area e Szczesny respinge su Jorginho, tutto al 32', poi il portiere si supera con un colpo di reni sull'incornata di Chiellini (36').
Il ct Brzeczek capisce, e alla ripresa cambia uomini e modulo: dentro Grosicki per Szimanski e Blaszczykowski per Linetty, i padroni di casa si piazzano in un quadrato 4-4-2. La Polonia aggredisce, e al 12' va vicina al vantaggio con un destro di Grosicki: fortuna di Mancini che Donnarumma è reattivo. Quando Bernadeschi alla mezzora tira ancora alto, dopo essersi ben liberato dal limite, Mancini capisce che è ora di mandar dentro una punta centrale ma invece di Immobile il prescelto è Lasagna, che entra proprio per Bernardeschi al 35'. L'Italia non smette di crescere, anche sa cala, non si scompone sui contropiedi, e al 93' sull'ultimo angolo arriva il gol liberazione. Biraghi scarica in porta pallone, nubi, pensieri cupi e tabù. Mancini esulta: «Abbiamo fatto noi la partita, lo 0-0 era ingiustio. La nuova storia è iniziata».