Floersch, rientro a casa dopo il volo di Macao
Celebrerà il suo 18esimo compleanno in Germania, sabato prossimo, Sophia Floersch, la giovanissima pilota tedesca di Formula 3 che domenica, a Macao, è uscita viva da un pauroso incidente di gara. Quasi un miracolo per lei e la sua famiglia, ma anche per i milioni di persone che dopo aver visto le immagini dello schianto hanno cominciato a tifare perchè ce la facesse.
Ad una settimana dall’intervento chirurgico di undici ore cui è stata sottoposta per ridurre la frattura della settima vertebra cervicale, Sophia è potuta partire per casa, come ha annunciato a tutti su Facebook: «Ho celebrato il mio secondo compleanno il 18/11/2018 a Macao... Ora sto tornando a casa e sono felice. Non vedo l’ora che cominci un nuovo capitolo», ha scritto qualche ora fa.
Il primo passo sarà quello del recupero, poi potrà pensare se nel suo futuro ci sarà ancora posto per i sogni da pilota o se quel volo nell’auto impazzita e lo schianto a 276 km/h saranno l’ultimo ricordo di una promettente carriera al volante. A casa l’aspetta, per festeggiare due volte, il ritorno e il compleanno, tutta la sua famiglia e gli amici, che «sono davvero felice di poter rivedere». Floersch ha ringraziato poi i tifosi, «sono sopraffatta da tutto il sostegno che ho ricevuto da tutto il mondo» e il personale dell’ospedale di Macao che l’ha curata, «il dr.Lau, il dr.Chan, il signor Lei Wai Seng, Maria Elisa Goncalves, l’angelo Sulanir Goncalves Pacheco e tutte le meravigliose infermiere».
Floersch, alla sua prima stagione in F3, in gara con il team Van Amersfroot Racing, nel corso del quinto giro, aveva perso il controllo della sua monoposto che si è sollevata da terra per alcuni metri, volando oltre le barriere di sicurezza per schiantarsi sulla postazione dov’erano assiepati fotografi e cameraman, ferendone due e colpendo anche un commissario di gara che si trovava nei pressi. Un incidente all’apparenza fatale ma, come ha detto il suo team manager, Frits van Amersfoort, quel 18 novembre «Sophia doveva avere un angelo sulla spalla».