Terzo atto nella trattativa tra la Juventus e Allegri
Ci vorrà almeno un terzo atto nella trattativa tra la Juventus e Allegri. Dopo il prologo con la cena di ieri tra il presidente bianconero Andrea Agnelli e il tecnico livornese, oggi oltre tre ore di vertice nella sede bianconera, presenti anche il vicepresidente Nedved e il responsabile dell'area Sport Paratici non hanno dipanato la matassa.
Le parti si rivedranno domani pomeriggio. Nel secondo atto andato in scena dopo l'allenamento mattutino della Juventus, diretto da Allegri davanti a oltre 500 tifosi, non si è arrivati dunque ad una soluzione al dilemma: rinnovo o addio per il tecnico. Oggi un altro pomeriggio di voci e appostamenti, per catturare un segnale o un'indicazione sul futuro della panchina dei campioni d'Italia.
Tre ore di confronto. Il primo a lasciare la sede della Juventus è stato Allegri, sfrecciato via alle 17.30 a bordo di una vettura della flotta bianconera, seguito mezz'ora dopo da presidente e vicepresidente, a bordo delle loro Maserati senza rilasciare dichiarazioni. I nodi da sciogliere sarebbero ancora tanti, nonostante per settimane le parole dei protagonisti siano state improntate alla fiducia nella prosecuzione del rapporto. L'impressione dall'esterno è che al momento si stia assistendo a una partita a scacchi. Ma per alcuni il prolungarsi della trattativa indicherebbe che le parti sono intenzionate a trovare un'intesa. Al centro della questione, oltre alle richieste di Allegri per un rinnovo con adeguamento dello stipendio, anche le mosse da compiere sul mercato: aggiustamenti secondo Nedved e Paratici, consapevoli che il bilancio sarà fondamentale dopo le spese pazze della scorsa sessione, 'rivoluzionè per Allegri, anche se pochi giorni fa, a precisa domanda, il tecnico aveva risposto "no, di certo non ci sarà una rivoluzione".
Al momento la distanza tra le parti, sempre secondo indiscrezioni, è determinata anche dall'offerta per il rinnovo: un contratto da 8,5 milioni di euro, con un aumento di 1 milione rispetto a quello attuale, con scadenza al 2021. Un milione in più e un anno di contratto potrebbero anche bastare a convincere Allegri e lo staff a rimanere.
La fiducia sarebbe uno dei nodi della trattativa in corso, cioè la percezione da parte di Allegri di un ambiente che non lo segue come negli anni scorsi, spogliatoio compreso, nonostante i cinque scudetti consecutivi e le quattro Coppe Italia. Una fase di stallo determinata anche dalle scarse alternative sul mercato sia per Allegri che per la Juventus: impossibile arrivare a Guardiola, nonostante il sogno alimentato dai problemi del Manchester City con la Uefa, resta in piedi invece l'ipotesi Pochettino. Abituato a giocare la Champions League e capace di portare il Tottenham in finale: quel capitolo del curriculum che al momento manca alle alternative, da Simone Inzaghi a Gasperini. Stesso copione anche per Allegri, con le voci sul Paris Saint-Germain decisamente poco concrete e nessuna panchina prestigiosa vacante. Riprende quota, se non si arrivasse a un accordo con Allegri, la soluzione Deschamps, ex bianconero da giocatore e per un anno allenatore (il 2006/2007).